
Opinioni
Cultura della sostenibilità e sostenibilità della cultura
18 Mar 2022Le imprese culturali e creative sono sempre green: la sostenibilità è cultura e la cultura del terzo millennio non può che essere sostenibile.
“L’Italia, partita da un dopoguerra disastroso è diventata una delle principali potenze economiche.
Per spiegare questo miracolo, nessuno può citare la superiorità della scienza e dell’ingegneria italiana,
né la qualità del management industriale, né tantomeno l’efficacia della gestione amministrativa e politica, né infine la disciplina e la collaboratività dei sindacati e delle organizzazioni industriali.
La ragione vera è che l’Italia ha incorporato nei suoi prodotti una componente essenziale di cultura e che città come Milano, Firenze, Venezia, Roma, Napoli e Palermo, pur avendo infrastrutture molto carenti, possono vantare nel loro standard di vita una maggiore quantità di bellezza.
Molto più che l’indice economico del PIL, nel futuro il livello estetico diventerà sempre più decisivo per indicare il progresso della società”
John Kenneth Galbraith 1983
Prima della seconda guerra mondiale, l’Italia era un Paese poco sviluppato, con un’economia prevalentemente agricola e un analfabetismo diffuso, tuttavia, uscita distrutta dai bombardamenti, in pochi anni riuscì a risollevarsi diventando una delle principali potenze mondiali. Cosa permise questo “miracolo”? Per John Kenneth Galbraith, influente economista statunitense, collaboratore di Jhon Fitzgerald Kennedy e Lindon B. Jhonson, la soluzione era da trovarsi nella capacità tutta italiana di trasmettere cultura e bellezza nelle produzioni, capacità che le imprese italiane seppero utilizzare in uno dei periodi di maggiore sviluppo economico della storia per intensità, durata e ampiezza.
Anche oggi, ad un anno e mezzo dall’inizio della pandemia e in piena fase di ricostruzione e ripartenza, la cultura e la bellezza possono tornare ad avere un ruolo nella ripresa economica e sociale italiana. Non solo perché i numeri dell’ultimo decennio dimostrano che sono fonte significativa di posti di lavoro e ricchezza diretta, ma anche per la loro capacità di generare innovazione per l’intera economia rendendo prodotti e settori più competitivi: risiede anche qui la forza del made in Italy.
Funzionario di Cinecittà presso la Direzione Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura
Vice Direttore, Fondazione VIGAMUS | Event Director, Gamerome | Fondatrice, Women in Games Italia
0. Premessa
1. INDUSTRIE CULTURALI E CREATIVE NEL MONDO
1.1. Pandemia e filiera delle industrie culturali e creative: uno sguardo internazionale
1.2 Cultura, creatività e inclusione: l’impatto della pandemia e da dove ripartire per una nuova Europa
1.3 Cultura della sostenibilità e sostenibilità della cultura: un binomio che conviene all’intero pianeta
1.4 Welfare culturale, che passione
1.5 Il digitale a supporto della filiera. Sottopressione: criticità e innovazioni
1.6 “E tornare a viaggiare”, tra paure, cautele e sperimentazioni
1.7 Diritto d’autore: incontri ravvicinati tra cultura e blockchain
2. I NUMERI DELLE INDUSTRIE CULTURALI E CREATIVI IN ITALIA
2.1. L’impostazione metodologica del rapporto “Io Sono Cultura”
2.2 Sistema Produttivo Culturale e Creativo: valore aggiunto e occupazione
2.3 Il ruolo della cultura nelle economie territoriali
2.4 Il moltiplicatore culturale e creativo
2.5 La struttura imprenditoriale del Sistema Produttivo Culturale e Creativo
2.6 Le professioni culturali e creative
3.GEOGRAFIE DELLA PRODUZIONE CULTURALE ITALIANA
3.1 Design: ripresa, resilienza e nuove sfide del progetto
3.2 Quando l’architettura sposta il suo focus dal contenitore al contenuto
3.3 Comunicare in pandemia: quando la difficoltà produce innovazione
3.4 Cinema post-Covid-19: lo sguardo rivolto al futuro
3.4.1 L’animazione resistente… al Covid-19
3.4.2 La radio come piattaforma per ascoltatori sempre più smart
3.4.3 La televisione e i suoi “vaccini”
3.5 L’industria culturale dei videogiochi
3.6 I libri resistono e si fanno sentire
3.7 Pandemia e musica in Italia: vecchie criticità, nuove consapevolezze e possibili trasformazioni
3.8 Processi di valorizzazione e governance del patrimonio culturale
3.9 Le performing arts verso la ripresa
3.9.1 L’Opera ad un anno dello scoppio della pandemia: missione impossibile?
3.10 L’arte contemporanea tra pandemia e Recovery Plan
3.11 I modi della creatività per l’innovazione e la competitività
Contributo Regione Marche
Le imprese culturali e creative sono sempre green: la sostenibilità è cultura e la cultura del terzo millennio non può che essere sostenibile.
Durante la pandemia l'attività più frequente è stata l'ascolto della musica, seguita dal guardare film e leggere narrativa: la cultura per gestire i propri stati d’animo
I luoghi di cultura italiani hanno risposto all’emergenza con una spinta all’innovazione attraverso nuove strategie e avvicinamento al digitale
Il Nuovo Bauhaus può essere una straordinaria occasione per migliorare la qualità della vita e dell’abitare soprattutto nelle periferie.
L’industria dei videogiochi è sempre più riconosciuta come il pilastro dell’intero settore dell’intrattenimento. Il videogioco attira le altre industrie culturali e creative per coinvolgere le nuove generazioni.
Se nel dopoguerra il design italiano ha giocato un ruolo chiave per ridisegnare l’Italia, oggi è chiamato a dare il suo contributo nella fase di ripartenza.
Anche la televisione vive un’agognata fase di ripresa. Oltre alla centralità della telepolitica , il mezzo televisivo si è scontrato con inedite sensibilità di linguaggio e rappresentazione.
Come è cambiato il modo di comunicare? Tre trend in particolare legano tra loro settori diversi: l’importanza del coinvolgimento delle persone, la diffusione di nuovi strumenti e format per realizzare contenuti.
La pandemia ha contribuito a rendere irrilevanti barriere fino a poco tempo prima insuperabili e ha posto l’urgenza per molti produttori di cultura di entrare con più coraggio e pienezza nella vita dei propri utenti.
Musica, arte, design, ma anche highlights sportivi e oggetti digitali collezionabili sono al centro dell’innovazione che potrebbe trainare le criptovalute verso un uso di massa, quando l’attuale bolla dei prezzi record si sgonfierà.
L’architettura risponde ai cambiamenti climatici e a una domanda in evoluzione dai bisogni accelerati della pandemia, facendo sintesi tra cultura e tecnica, tra ricerca e mercato.
Anche in Italia il design thinking si afferma come tecnologia sociale utile a orientare i processi di innovazione in diversi settori produttivi e industriali, stimolando interessanti novità dal punto di vista dell’offerta e della domanda.
Il mondo delle arti visive in Italia sconta perdite di fatturato nel mercato primario, oltre all’opportunità perduta di percorrere nuove strade digitali. Spiragli positivi si ravvisano in una matrice di comunità che ha consolidato pratiche di collaborazione.
In Italia il numero dei lettori e le vendite editoriali non crescevano così da almeno 17 anni! Non solo: l’era dell’editoria resiliente porta con sé un nuovo formato della lettura: l’ascolto. U
Esclusa una parziale apertura estiva, da marzo 2020 gli spazi delegati allo spettacolo dal vivo sono rimasti chiusi, le produzioni sospese e la partecipazione è crollata.
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Oggi più che mai è necessario riqualificare il tessuto tipico dell’entroterra marchigiano. Il rilancio dei borghi rappresenta uno degli elementi centrali della programmazione regionale: dal festival MaRCHESTORIE alla valorizzazione attraverso l’arte contemporanea, fino alla proposta di legge dedicata al loro sviluppo con una dotazione di oltre €7 milioni.
Nei mesi di chiusura i teatri lirici non si sono fermati, sperimentando modalità nuove per fare spettacolo. Dal ripensamento degli spazi teatrali alla messa in scena di spettacoli condivisi su piattaforme digitali e televisive, dalla trasformazione in sale di produzione per la realizzazione di originali film-opera alla collaborazione con il settore museale per innovativi allestimenti immersivi. Tutto all’insegna di una contaminazione crescente.
La musica dal vivo fa i conti con importanti cali di fatturato ma anche nuovi scenari in termini di format, piattaforme e valorizzazioni del territorio con eventi ridotti. La musica registrata procede più spedita, con il volano della digitalizzazione, una centralità sempre maggiore della musica italiana, nuovi fenomeni legati ai social e alle community e la necessità di rendere più equo il settore rispetto alle piattaforme di distribuzione.
Durante la pandemia la radio ha perso piccole quote di ascolto ma, nonostante le perdite del 30% della raccolta pubblicitaria, il saldo radiofonico complessivo è accettabile, grazie alla fruizione capillare attraverso nuovi canali. Malgrado le criticità, sono avvenute sperimentazioni interessanti a vantaggio dell’ibridazione tra mondo audio e video. Il futuro della radio è anche nell’informazione e nella valorizzazione delle culture locali.
L’animazione italiana ha rallentato solo in parte la sua produzione, grazie a specificità tecnica, smart working e investimenti tecnologici. Fanno da contraltare inedite logiche produttive e distributive, all'altezza non solo di contrastare le difficoltà congiunturali, ma anche di rendere competitivi i player italiani in un mercato in veloce trasformazione, oltre a un maggiore investimento nella formazione degli addetti ai lavori.
La pandemia ha avuto effetti disomogenei tra i comparti dell’audiovisivo. Dopo il primo anno dell’era Covid-19 si inizia a parlare di ritorno in sala, in seguito ad un lungo periodo di incertezze, annullamento dei festival migrati online, film in attesa di essere rilasciati. Il vuoto è stato colmato dai servizi di streaming, che hanno moltiplicato l’offerta grazie a un aumento della domanda di contenuti, con riflessi positivi sulla produzione.
Nel 2020 in Italia e nel mondo si è registrato un crollo quasi verticale del settore turistico. Negli ultimi mesi i flussi hanno ripreso a crescere e, in Italia, i dati della scorsa estate confermano che le attività culturali e le visite alle bellezze naturali esercitano una forte attrazione. Nonostante ingenti danni alle economie di molti Paesi, la crisi ha favorito l’emergere di modelli di turismo culturale più inclusivi e sostenibili per i territori.
L’ONU ha dichiarato il 2021 l’Anno internazionale dell’economia creativa per lo sviluppo sostenibile. L’iniziativa, ad alto valore simbolico, rafforza l’importanza del settore soprattutto per i paesi in via di sviluppo dopo l’anno devastante della pandemia. Anche se la consapevolezza dell’importanza delle ICC è diffusa nel mondo, ad oggi le politiche attivate appaiono ancora frammentate, disuguali e, alle volte, addirittura inesistenti.
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