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L’industria manifatturiera occupa a Bergamo oltre 150 mila persone e produce un valore aggiunto vicino ai 10 miliardi di Euro: un valore che colloca questo sistema produttivo al secondo posto fra le province italiane ed europee.

Il fatturato estero dell’industria manifatturiera bergamasca vale quasi 15 miliardi di Euro (2014) ed è cresciuto di quasi 6 punti negli ultimi 12 anni. La bilancia commerciale ha contribuito per il 17,5% al PIL provinciale.
La propensione alle esportazioni (esportazioni /PIL) è vicina al 50%, superiore ai valori della Germania (40%), molto al di sopra della media italiana (23,8%) e dell’Unione Europea (22,2%), e ha un ruolo di primo piano nelle performance dell’Italia, che resta uno dei soli 5 paesi al mondo con un surplus manifatturiero sopra i 100 miliardi di dollari. Infatti, nonostante la crisi, l’Italia è tra i paesi che hanno sofferto meno l’irruzione della Cina e degli altri Brics nel mercato mondiale, mantenendo nel 2013 oltre il 72% delle quote di export rispetto al 1999, mentre USA e Francia le hanno viste ridotte al 70,2% e 59,8%, il Giappone al 57,3%, il Regno Unito al 53,4%.
E nel 2012, grazie anche alle imprese di territori come Bergamo, si è piazzata prima, seconda o terza al mondo per attivo commerciale con l’estero in ben 935 prodotti su un totale di 5.117 (il massimo di disaggregazione statistica del commercio mondiale).
Nella competizione internazionale sono in prima fila, è vero, le grandi imprese e diverse centinaia di medie imprese specializzate, ma a fare la differenza sono le filiere produttive, spesso costituite da piccole imprese con un profondo legame con il territorio e le comunità. A Bergamo la compattezza della struttura produttiva garantisce che il 79,9% del valore dei beni esportati sia prodotto da imprese operanti in Italia; per valutare il significato di questa percentuale è sufficiente sottolineare che è ben superiore al 64% della Germania, e ai livelli degli altri Paesi europei, che si fermano a percentuali inferiori.
L’apertura dell’economia ha generato a Bergamo un diffuso fenomeno di internazionalizzazione. Gli investimenti diretti esteri delle industrie bergamasche sono più che consistenti – con 733 unità produttive in 70 Paesi, dagli Usa, alla Germania a Brasile e Cina – così come la presenza di imprese straniere, che danno lavoro nella provincia a 14 mila persone. Un fenomeno che ha accompagnato l’economia bergamasca fin dalla prima rivoluzione industriale.

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