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L’Italia è in crisi, una crisi profonda. Ma non è un Paese senza futuro. Dobbiamo affrontare problemi che vengono da lontano, e che vanno ben oltre il pesante debito pubblico. E la crisi mondiale si è innestata su questi mali. Rimediare non è facile, ma non è impossibile. Basta guardare con occhi nuovi al Paese e avere chiaro quali sono i nostri punti di forza. Da qui l’idea di Fondazione Symbola, Fondazione Edison e Unioncamere di dar vita al documento “10 verità sulla competitività italiana”. L’Italia è tra i soli cinque paesi al mondo ad avere un surplus commerciale manifatturiero con l’estero superiore ai 100 miliardi di dollari; dal 2008 al 2013 abbiamo incrementato l’export del 16,5% facendo meglio di Germania (11,6%) e Francia (5,9%).

Il sistema produttivo italiano, inoltre, è anche quello che guida la “riconversione verde” dell’occupazione europea: secondo l’Eurobarometro, entro la fine del 2014, il 51% delle PMI italiane avrà almeno un “green job”, quasi quanto Germania e Francia insieme.
In questo quadro di eccellenza, uno dei settori driver, con 53 miliardi di dollari di surplus, è l’industria italiana del machinery, terza nella graduatoria internazionale che misura il saldo della bilancia commerciale, preceduta da quella tedesca e giapponese ma davanti a quella cinese e sud coreana. Su un totale di 496 prodotti, la meccanica italiana risulta essere prima, seconda o terza al mondo per attivo commerciale con l’estero in ben 235 casi.

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