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È compatto e trasparente. I ricercatori che lo hanno messo a punto ritenevano che somigliasse a un ippopotamo: per questo lo hanno chiamato FeelHippo.

È un robot che infatti, come un ippopotamo, entra in acqua, ma è molto più piccolo, leggero e agile del suo quasi omonimo animale.

Lo hanno creato i ricercatori dell’Università di Firenze qualche anno fa, in una versione molto più semplice, per partecipare a una competizione di robotica. Il robot negli anni è stato aggiornato con nuova componentistica diventando uno strumento importante per la ricerca archeologica e non solo.

Il team di ricercatori ha messo a punto vari robot sottomarini che hanno preso parte a campagne di ricerca archeologica come ad esempio TifOne e TifTu, utilizzati in Israele nel tratto di mare tra Caesarea e Akko per la mappatura dei siti sottomarini.

FeelHippo ha vinto nel 2018 e nel 2019 la European Robotics League, sfida tra robot su varie prove di abilità, nella categoria robot subacquei. Il robot ha una struttura portante in alluminio che gli permette di sopportare un rivestimento in plexiglass.

Dotato di strumenti di rilevazione quali telecamere in grado di riconoscere oggetti grazie ad algoritmi basati su reti neurali, sonar e modem acustico, FeelHippo può muoversi in autonomia, scandagliando i fondali e restituendo immagini georeferenziate, necessarie per la mappatura dei siti archeologici sommersi.

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