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Nel talk online “L’Italia che verràErmete Realacci, presidente della Fondazione Symbola e Vincenzo Boccia, presidente LUISS “G.Carli”, hanno parlato del futuro dell’Italia dopo l’epidemia a partire dai contenuti del Manifesto di Assisi di cui sono i promotori insieme a Enzo Fortunato, Francesco Starace, Catia Bastioli, Ettore Prandini, Mauro Gambetti.
Il Manifesto, in questi giorni, ha superato le 3500 adesioni tra cui anche quella dello scrittore Gianrico Carofiglio.
Occorre mobilitare tutte le energie per costruire un’economia e una società più a misura d’uomo, conviene in particolare al nostro Paese soprattutto nelle crisi che stiamo attraversando. Per far questo è più importante ascoltare papa Francesco, o il Presidente Mattarella, piuttosto che i giudizi delle agenzie di rating. E per permettere un’efficace partecipazione di tutti allo sforzo comune è più che mai necessario indirizzare l’azione dello Stato verso una rapida e massiccia opera di semplificazione e sburocratizzazione. In questo difficile passaggio abbiamo capito l’importanza del sistema sanitario, dell’agroalimentare, dello smartworking, della formazione a distanza, di alcune politiche pubbliche. E il fondamentale ruolo della coesione sociale e del terzo settore, in economia come in tutte le situazioni che siamo chiamati ad affrontare, sono determinanti, come ha ricordato più volte Stefano Zamagni. Con la Luiss e con altre università, insieme al Sacro Convento di Assisi, censiremo le tante iniziative di studio e ricerca in corso sulla sostenibilità.
La green economy è stata e sarà la migliore risposta alla crisi, una strada che guarda avanti e affronta le sfide del futuro incrociando la natura profonda della nostra economia: la spinta per la qualità e la bellezza, la coesione sociale, naturali alleate dell’uso efficiente di energia e materia, dell’innovazione, dell’high-tech come viene raccontato nei rapporti GreenItaly della Fondazione Symbola. Lo conferma una recente ricerca dell'Università di Oxford, l'Italia, assieme a Cina, Germania, Stati Uniti e Regno Unito è tra i paesi più forti nella transizione globale verso un'economia verde, anzi potenzialmente il più forte. E questa è la strada dell’Europa che condizionerà larga parte dei suoi finanziamenti alla decarbonizzazione e alla sostenibilità. Difendere l’ambiente e affrontare con coraggio la crisi non è solo necessario ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro. Senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno.

 

 

 

 

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Il 92% delle produzioni tipiche nazionali che si consumano soprattutto a Natale nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. È quanto emerge dallo studio Coldiretti/Symbola su “Piccoli comuni e tipicità”. Il rapporto vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, valorizzato e promosso grazie alla legge n.158/17, a prima firma Realacci, con misure per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. Nei territori dei 5.538 piccoli comuni con al massimo 5.000 abitanti, in cui vivono quasi 10 milioni di italiani, si produce infatti ben il 92 per cento dei prodotti di origine protetta (DOP, Denominazione di Origine Protetta e IGP, Indicazione di Origine Protetta) e il 79 per cento dei vini italiani più pregiati. Questo rapporto di Coldiretti-Fondazione Symbola “Piccoli Comuni e Tipicità” ci restituisce il quadro aggiornato per ogni regione di questa dimensione produttiva estesa e radicata che traduce in valore la diversità culturale.

nell’ambito del Festival della Soft Economy si discuterà di Green Communities. Le Green Communities, previste nella legge 221/2015 e ora finanziate dal PNRR con 135 milioni di euro, rappresentano un nuovo percorso nelle quali la montagna intende porsi al centro delle politiche per l’ambiente, l’uso sostenibile delle risorse naturali, il pagamento dei servizi ecosistemici, le nuove agricolture, le start-up e il turismo. Un nuovo strumento per la transizione ecologica che individua il valore dei territori rurali e di montagna che intendono utilizzare in modo equilibrato le risorse principali di cui dispongono, tra cui in primo luogo acqua, i boschi e il paesaggio, e aprire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane, in modo da poter impostare, nella fase della green economy, un piano di sviluppo sostenibile.

Il Festival della Soft Economy, arrivato alla XI edizione che si svolgerà dal 16 al 18 novembre a Treia e anche in streaming sul sito e i canali social della Fondazione Symbola. Tra i promotori ci sono oltre a Fondazione Symbola e al Comune di Treia - che lo ospita per l’XI anno consecutivo - Unioncamere, la Camera di Commercio delle Marche, Commissario Straordinario alla Ricostruzione Sisma 2016 – Presidenza del Consiglio dei Ministri, Uncem, IFEL, FAI CISL, Green Communities. BIM Tronto, FederBim, Federparchi, Legambiente, Coldiretti, Cosmari, Arnaldo Caprai, SAAD Scuola di Ateneo Architettura e Design “Eduardo Vittoria” Università di Camerino.

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