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Nessuna distrazione è tollerabile nell'impegno per fermare l'epidemia. Ma è giunto il momento di ragionare anche sul futuro. Per far questo è più importante ascoltare papa Francesco, o il Presidente Mattarella, piuttosto che i giudizi delle agenzie di rating. "Nessuno si salva da solo". Come abbiamo scritto assieme agli altri promotori del Manifesto di Assisi (Vincenzo Boccia, Ettore Prandini, Francesco Starace, Mauro Gambetti, Catia Bastioli) dobbiamo impostare il domani dell'Italia. Servono valori e culture, empatia e tecnologia. E la convinzione che la coesione sociale è un elemento determinante, impossibile senza il terzo settore e senza le istituzioni locali. È necessario indirizzare l'azione dello Stato verso un'opera di semplificazione. Esistono già strumenti che possono attivare ingenti risorse private. Pensiamo alla riqualificazione edilizia e urbana. Credito d'imposta, ecobonus, sismabonus, bonus verde producono centinaia di migliaia di posti di lavoro. Anche quando ci sono importanti risorse, si accumulano ritardi per l'incapacità di decidere: un insulto che non possiamo più permetterci. O in settori dove siamo leader in Europa, come l'economia circolare o la chimica verde, siamo appesantiti dai ritardi di governo e regioni. Un formidabile sviluppo è poi in corso sulle fonti rinnovabili. Possiamo da subito mobilitare risorse e produrre nuova occupazione, contribuire ad affrontare la crisi climatica, avvicinare l'obiettivo di azzerare il contributo netto di emissione dei gas climalteranti che è alla base del Manifesto di Assisi. Dipende anche dal concreto impegno di noi tutti costruire un mondo più pulito, civile, gentile.
Ermete Realacci
Padre Enzo Fortunato

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Un diverso modello di sviluppo - Ermete Realacci e Padre Enzo Fortunato | La Nazione

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