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Siamo chiamati a condividere parole e sentimenti ma anche
azioni per contribuire tutti al bene comune. Un anno fa un
Uomo forte e gentile, sotto la pioggia in una piazza San Pietro
deserta, ha saputo dare risposte al sentire di tutti di fronte alla pandemia: «Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme ... nessuno si salva da solo». E al tempostesso è importante tracciare una rotta perché «peggio di questa crisi c'è solo il dramma di sprecarla». Sono i messaggi centrali del
Manifesto di Assisi, nato su iniziativa della Fondazione Symbola e
del Sacro Convento, per promuovere un'economia a misura d'uomo contro la pandemia e la crisi climatica. Abbiamo bisogno di un
nuovo pensiero, di una nuova visione ma anche di iniziative concrete a tutti i livelli. Per questo, come promotori del Manifesto,
abbiamo avviato un censimento delle esperienze positive realizzate dai firmatari, che hanno superato il numero di 3600, e da quanti
intendono unirsi in questa comune impresa.
Il mondo si è messo in movimento. Vale per la
ricerca che ha prodotto, con una rapidità mai
vista, vaccini per il Covidig, anche se ne va garantito il quantitativo adeguato a tutti, in Europa come nel resto del mondo. Per fare il
punto sulla sanità globale saranno importanti
il Global Health Summit che l'Italia ospiterà a
maggio e più in generale il Geo. Un'occasione
per sancire che, mai come in questo momento, l'interesse di pochi
non può entrare in conflitto con la salute di tutti. Passi in avanti
sono stati fatti per affrontare la crisi climatica. L'azzeramento delle
emissioni nette di CO2 entro il 2050, tra gli obiettivi del Manifesto
di Assisi, è stato fatto proprio non solo dall'Europa ma dal Giappone, dalla Corea del Sud e sarà sicuramente assunto dagli Stati Uniti di Joe Biden, mentre la Cina lo ha fissato per il 2060.

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