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La green economy, quel ramo del mondo economico che ragiona in termini di sostenibilità ambientale, modello circolare, e innovazione, per una gestione accorta delle risorse e La riduzione degli sprechi, offrirà 500.000 nuovi posti di lavoro entro il 2023. Un dato che testimonia come il processo di riconversione economico-produttiva sia già iniziato e promette di procedere a gran velocità anche nel nostro Paese. E quanto emerge dal rapporto "Smart a Green, l'economia che genera futuro" realizzato dal Censis e da Confcooperative, dove emerge l'immagine di un settore - quello appunto della green economy e dell'economia circolare - che rappresenta già oggi il 24% del nostro Pil, ponendosi come uno dei maggiori bacini occupazionali e di creazione di nuovi sbocchi lavorativi per il prossimo futuro. Basti pensare infatti che su un fabbisogno complessivo di nuova occupazione, da qui al 2023, pari a un volume totale di 2 milioni e mezzo di posti di lavoro, 480.000 posti saranno prodotti dal settore green. In questo contesto, come suggerisce il Rapporto Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal (Agenzia Nazionale Politiche attive e lavoro) il maggior fabbisogno occupazionale nei prossimi anni, oltre al digitale, interesserà soprattutto l'ecosostenibilità. In particolare Le professioni del futuro saranno quelle legate al risparmio energetico e alla riforestazione delle aree non urbane e alla Green Economy più in generale. I settori green con più opportunità nei prossimi anni saranno quindi: il settore energetico in particolare saranno richiesti gli installatori di pannelli fotovoltaici, marketing green, chimica green, gestione e risparmio dell'energia e agricoltura.

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Tempo di Green Economy: riconversione dei ruoli e reali sbocchi professionali | Il Giornale di Vicenza

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