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Dieci milioni di euro di danni e 20 mila aziende a rischio chiusura alle porte di Roma e nella regione

Campi devastati dai cinghiali, dieci milioni di euro di danni, e 20 mila aziende agricole e zootecniche a rischio chiusura alle porte di Roma e nel Lazio. Sono i numeri (e sono in crescita) dell'emergenza nostrana. «Distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi, assediano stalle, causano incidenti stradali nelle campagne ma anche all'interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli concreti anche per la salute dei cittadini» dice David Granieri, presidente Coldiretti Lazio, ieri mattina alla grande manifestazione in piazza Montecitorio: al fianco degli agricoltori, guidati dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini, si sono infatti schierati esponenti delle istituzioni, sindaci con i gonfaloni e i rappresentanti dei sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, dell'ambientalismo e delle associazioni dei consumatori come Symbola, Terranostra, Federparchi, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Centro Consumatori Italia, Apab e Legambiente che ha condiviso le preoccupazioni alla base dell'iniziativa. «Il cinghiale è il socio occulto delle nostre aziende, che sono sull'orlo del collasso - ha detto Granieri - l'unico cinghiale che ci piace è lo spezzatino con la polenta che abbiamo messo nel grande paiolo diventato il simbolo di questa manifestazione». La situazione nel Lazio è sfuggita di mano.

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Stop all'assalto dei cinghiali - Grazia Maria Coletti | Il Tempo

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