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Associando una piattaforma web al Terzo Settore, Start Refugees dimostra che è possibile avere una visione concreta del futuro e attuare una buona accoglienza dei rifugiati.

Le piattaforme tecnologiche possono agire anche per facilitare l’incontro di esigenze diverse. Ad esempio, rispondendo a bisogni sociali nuovi, come la necessità di un lavoro da parte di persone rifugiate e richiedenti asilo, appena uscite dal sistema italiano della prima accoglienza, o la crescente richiesta di lavoratori stagionali da parte delle aziende. Stimolare l’incontro tra domanda di lavoro da parte di immigrati che possono risiedere legalmente in Italia e offerta di lavori stagionali e temporanei nel mondo dei servizi: ecco un incrocio dove è possibile generare valore sia a livello sociale sia a livello economico.

StartRefugees.com è una piattaforma che ha l’obiettivo di abbreviare i tempi dell’integrazione lavorativa legale dei rifugiati che arrivano in Italia. Nata nel 2017 su iniziativa di Maurizio Astuni, Mauro Orso e Consorzio Agorà, questa startup innovativa a vocazione sociale ha sede a Genova ed è in fase di espansione anche al di fuori della Liguria. Il percorso di ricerca di un lavoro – a tempo indeterminato, determinato, occasionale – può rivelarsi molto complesso in Italia: Start Refugees utilizza le tecnologie per facilitare l’ingresso dei rifugiati nel mondo del lavoro italiano. Ad esempio, tramite la piattaforma, le cooperative hanno a disposizione uno strumento utile per accorciare i tempi di ricerca di lavoratori. L’accoglienza dei rifugiati è oramai un tema sempre più presente nel dibattito pubblico, ed è necessario creare un meccanismo che sia proficuo sia per i rifugiati sia per la popolazione italiana. Una buona accoglienza dei rifugiati, infatti, permette di sviluppare un rapporto sereno con il Paese ospitante, e se il rifugiato diventerà cittadino italiano tramite un percorso positivo di accoglienza, sarà meno portato a provare odio verso il Paese nel quale è arrivato.

Il punto di partenza è la costruzione di un rapporto con la persona rifugiata che ha il diritto di essere ospitata in Italia. La piattaforma si inserisce in un punto particolare del sistema dell’immigrazione, ovvero la seconda accoglienza: in Italia, questa fase è in gran parte affidata allo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Dopo aver superato le questioni di prima necessità come vitto, alloggio e salute, bisogna affrontare il grande problema dell’inserimento lavorativo, che è tra i pilastri dell’integrazione sociale. I rifugiati che hanno tale diritto e terminano il periodo di permanenza nei centri di accoglienza, si trovano dunque in Italia senza conoscere le leggi e le regole del mondo del lavoro: Start Refugees si occupa di lavorare in sinergia con il sistema italiano del welfare e delle politiche sociali.

Associare un prodotto tecnologico con il Terzo Settore rappresenta una visione concreta verso il futuro e verso una buona accoglienza. Con benefici sull’ordine sociale e sulla tranquillità pubblica. Quando un’azienda o un privato entra in contatto con la piattaforma, si apre un dialogo e vengono proposti diversi settori che possono offrire lavori occasionali: edilizia, agricoltura, giardinaggio, artigianato, sartoria, turismo, alberghi, gastronomia. Durante la stagione estiva, aumenta anche il numero di richieste di lavoratori nel settore balneare. E il risultato della ricerca è geo-localizzato rispetto al luogo da cui viene compiuta la richiesta. Al fine di tutelare la sicurezza di persone che fuggono da situazioni di guerra, persecuzione, discriminazione, quando si seleziona il profilo appare soltanto il nome, senza fotografia e senza indirizzo di riferimento.

Start Refugees ha introdotto anche un sistema di feedback che consente di avere una certificazione delle competenze delle persone.
Si facilita così il dialogo tra domanda e offerta di lavoro temporaneo: persone fisiche e/o aziende da un lato, cooperative sociali e/o organizzazioni che si occupano di accoglienza di richiedenti protezione internazionale o rifugiati dall’altro. La piattaforma web consente l’incontro tra le competenze descritte nei profili personali dei migranti e la richiesta di un lavoro disponibile, con un risultato di utilità sociale ma anche di merito e gratificazione per le persone coinvolte. Dare una possibilità lavorativa ad un ragazzo rifugiato, anche se si tratta di un lavoro occasionale, significa accompagnarlo nel percorso di inserimento nella società italiana: e il lavoro di Start Refugees ha già dato i primi frutti, poiché alcuni rifugiati sono oggi in grado di sostenere un colloquio di lavoro con un datore di lavoro italiano. I benefici ci sono anche per le casse dello Stato italiano: se i rifugiati lavorano legalmente, possono anche documentare i loro guadagni, presentare una dichiarazione dei redditi, versare dei contributi. In questo modo, peraltro, si contrastano il lavoro in nero e la criminalità organizzata.

Tra gli effetti positivi, c’è stato lo stimolo ad imparare meglio la lingua italiana, per essere più competitivi nella fase di selezione del personale, così come molto soddisfacente è stata l’assenza di commenti negativi da parte dei datori di lavoro che hanno ingaggiato personale tramite questa piattaforma.

I numeri testimoniano l’impatto del lavoro svolto fino ad ora: sono oltre 200 i profili registrati sulla piattaforma. Gli ingaggi di lavoro sono stati oltre 70, in media da 12 ore l’uno, per un monte complessivo di circa 840 ore di lavoro erogate dai rifugiati e richiedenti asilo iscritti alla piattaforma. Nel futuro, c’è l’espansione in tutta Italia.

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