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La sua innovazione è basata su una piattaforma tecnologica che analizza la dinamica delle molecole e identifica nuovi target farmacologici per scoprire farmaci innovativi

Nata da un’interazione accademica tra due discipline spesso distanti come la biologia e la fisica, Sibylla Biotech è uno spin-off dell'Istituto nazionale di fisica nucleare (INFN) e delle Università di Trento e Perugia. La sua innovazione è basata su una piattaforma tecnologica che, unendo materie come l’informatica avanzata, la biologia cellulare, la chimica, la fisica sub-nucleare e la farmacologia, analizza la dinamica delle molecole e identifica nuovi target farmacologici, per scoprire farmaci innovativi adatti ad una vasta gamma di patologie. La piattaforma si avvale di due metodologie uniche di cui Sibylla Biotech detiene la licenza esclusiva. La prima è PPI-FIT (Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting), che consente di agire sul folding, il processo biochimico che porta alla formazione delle strutture delle proteine all’interno delle cellule. Per far questo sarebbero necessarie simulazioni computazionali a livello dei singoli atomi che, anche con i computer più potenti al mondo, richiederebbero centinaia o migliaia di anni. Qui entra in gioco il Bias Functional Approach (BFA) che, utilizzando calcoli e modelli matematici pensati per la fisica quantistica, riesce ad accelerare di 10.000 volte le operazioni computazionali e in poche settimane trova le strutture della proteina su cui un farmaco può agire. Utilizzando questi metodi, Sibylla è riuscita a individuare 35 molecole, tra le 9000 analizzate, che potrebbero diventare farmaci per combattere il virus Sars-CoV-2.

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