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Una volta raccolto, il riso subisce il processo di sbramatura, ovvero la separazione del chicco dalla buccia, detta lolla. Se fino ad oggi questa veniva destinata allo smaltimento non trovando alcun impiego, le cose stanno cambiando grazie a Ricehouse, azienda di Biella che ha trovato il modo di riutilizzare gli scarti della produzione risiera nella bioedilizia.

Insieme alla lolla, anche gli altri scarti del riso come la pula e la paglia vengono utilizzati da Ricehouse per produrre intonaci, malte, mattoni e pannelli isolanti, in un processo che è un perfetto esempio di economia circolare.

Alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente, però, i prodotti Ricehouse affiancano anche le performance tecniche e i prezzi contenuti, risultando quindi un’ottima scelta in chiave etica, economica e tecnica.

RH120, ad esempio, è un intonachino 100% naturale; una miscela in calce e lolla di riso, appositamente studiata per essere levigata e trattata al fine di far risaltare l’effetto estetico del materiale.

Tra le sue qualità rientra l’abbattimento dell’inquinamento indoor, in quanto la lolla è in grado di sottrarre CO2 dall’aria presente all’interno degli ambienti. RH50 è invece un pannello isolante semi-rigido in paglia di riso, che garantisce ottime prestazioni di isolamento acustico oltre ad essere termicamente efficiente.

Ricehouse propone una conversione dei sistemi produttivi standard verso nuovi paradigmi di sviluppo sostenibile, infatti la versatilità ha reso un sottoprodotto del riso, una risorsa innovativa primaria essenziale nel campo della Ricerca e Sviluppo.

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