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Nata nei laboratori universitari di microbiologia, la start-up sta creando una filiera per la valorizzazione dei sottoprodotti dell’industria agroalimentare in ottica green

Inizialmente spin-off dell’Università di Modena e Reggio Emilia, oggi Packtin è una startup che offre una piattaforma tecno-scientifica per la valorizzazione a 360° dei sottoprodotti agroindustriali. La sua storia inizia nei laboratori di microbiologia, studiando le proprietà conservanti dei composti naturali, contenuti anche in tanti sottoprodotti alimentari. Non a caso tre dei quattro soci operativi vengono dalla ricerca, anche se nel 2017 hanno deciso di “fare il salto” verso il mondo dell’impresa creando Packtin, convinti che i sottoprodotti agroindustriali come le buccette di pomodoro o il pastazzo di arancia siano l’“oro verded’Italia.

Il progetto di Packtin è ambizioso: attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti la startup vuole promuovere un cambiamento in tutta l’industria agroalimentare, rendendola circolare. La startup sta creando una filiera di recupero dei sottoprodotti, che parte dalle aziende che li generano, ad esempio quelle che producono passata di pomodoro, succhi di frutta ecc.; i sottoprodotti vengono scomposti, attraverso un processo di estrazione green brevettato, nelle loro frazioni principali come vitamine, antiossidanti, fibre, utili tanto all’agroalimentare tradizionale che a settori nuovi come l’healthy food e la nutraceutica. Vengono così generate nuove materie prime e in modo sostenibile. Le materie prime “recuperate” possono essere usate per creare formulazioni e coating naturali in grado di aumentare la shelf-life dei prodotti freschi, riducendo gli sprechi.

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