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Sono partite le iscrizioni per il master di I livello in impresa e organizzazione per la valorizzazione dei beni architettonici dell`Università Mercatorum

Un master per diventare manager culturali fatto di tecnologia e incontri con i big del settore. Corsi che andranno dalla storia del collezionismo fino alla digital transformation. Dalla critica dell'arte all'uso di visori di realtà aumentata il passo è breve. Sono partite le iscrizioni per il Master di I livello in Impresa e organizzazione per la valorizzazione dei beni culturali dell'Università Mercatorum, l'università telematica delle Camere di Commercio Italiane, che sarà diretto dallo storico dell'arte Roberto Nicolucci che spiega: «Gli innovation manager stanno diventando una delle figure professionali più ricercate in campo culturale. E noi abbiamo costruito un master per dare risposte alle esigenze dei grandi e piccoli operatori culturali del nostro Paese». A confermarlo i dati del rapporto «Io Sono Cultura 2019» di Unioncamere e Fondazione Symbola, che vede in questo tipo di professionalità la compagine umana in grado di dare uno sprint a un settore che ha già ottime potenzialità. Moltiplicatore sul resto dell'economia, l'intera filiera culturale produce 265,4 miliardi di euro, il 16,9% del valore aggiunto nazionale. «Un valore che potrebbe ampliarsi ancora di più - continua Nicolucci - con l'aiuto delle nuove tecnologie. Considerate che per l'Osservatorio Innovazione digitale nei Beni e Attività Culturali del Politecnico di Milano si nota come oltre il 70% dei musei italiani non abbia ancora una strategia complessiva sul digitale. Digitale che è il punto di contatto sia con il pubblico affezionato che con quello ancora da conquistare. Come i ragazzi, tanto per fare un esempio». Articolato in 15oo ore di impegno formativo le attività di studio del master si dividono tra didattica interattiva online e altri strumenti di studio guidato e didattica in presenza. «A volte - commenta Nicolucci - l'arte fa l'errore di chiudersi alle nuove tecnologie e le nuove tecnologie quello di chiudersi al contatto umano. Come consuetudine per l'Università Mercatorum, invece, volevamo creare un momento di formazione che aiutasse i ragazzi sfruttando tutti i mezzi possibili. La formazione a distanza è utilissima soprattutto pensando ai ragazzi che lavorano. Ma non volevamo si dimenticasse in alcun modo la componente umana. Così abbiamo in programma una serie di seminari con esperti del settore». Dal fotografo Mimmo Jodice a Loredana Gazzara, conservatrice del Pio Monte della Misericordia di Napoli; poi Fabrizio Masucci, presidente e direttore della Cappella Sansevero; Francesca Liotti, visitor engagement presso il Museo Cappella Sansevero; Patrizia Piscitiello, Registrar del Museo di Capodimonte e docente di Metodologia di movimentazione delle opere d'arte presso l'Accademia di Belle Arti di Napoli; Francesca Bacci, Docente di Storia dell'arte presso l'Università di Tampa e Giusi Giustino, Costumista e Direttore della Sartoria del Teatro San Carlo. «Quando si parla di manager culturale il ventaglio è ampio e vogliamo dare sbocchi in tutti questi settori, dal marketing all'organizzazione di mostre in poi. Questo grazie alla stretta collaborazione con i musei. Non a caso sono state date borse di studio a importanti realtà culturali napoletane, tra cui il Museo Diocesano, il Madre, Capodimonte, perché poi concedessero queste stesse borse di studio a ragazzi meritevoli e pieni di talento che così possano continuare a migliorare la loro posizione all'interno di quella stessa istituzione magari, guardando al futuro della cultura con una nuova professionalità. Professionalità di cui la cultura oggi ha bisogno come non mai».

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Manager culturali professione futuro - Paola Cacace | L'Economia - Corriere del Mezzogiorno

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