Newsletter

Se gli chiedessimo di scegliere una parola, una sola, per sintetizzare i valori che per trent'anni hanno accompagnato e favorito la crescita della sua Valsoia, portandola da un fatturato di 100mila euro a oltre 115 milioni, non ci sono dubbi che la parola sarebbe "responsabilità". Non è difficile immaginarlo perché Lorenzo Sassoli de Bianchi, fondatore e presidente dell'azienda leader nei prodotti vegetali, ripete questa parola ad ogni risposta della lunga intervista che gli facciamo. La declina in termini di business, di management, di comunicazione. La usa perfino per spiegare la quotazione in Borsa, che rende Valsoia un caso raro nel panorama agroalimentare italiano, ma anche un modello da seguire perle nostre piccole e medie imprese a matrice famigliare, spesso troppo piccole per competere sui mercati globali e incapaci di lasciare il timone a manager in grado di gestire scenari sempre più complessi. «Pochissime aziende delle nostre dimensioni sono in Borsa- conferma Sassoli de Bianchi - e quando ci andai io, 15 anni fa, furono in molti a stupirsi. Non ne avevo alcun bisogno, in effetti, se non quello di responsabilizzare ulteriormente l'azienda. Avere degli azionisti significa essere ancora più trasparenti e spersonalizza l'impresa rispetto al fondatore, che deve però dialogare con un contesto manageriale, sociale e anche culturale più ampio».

Instagram
condividi su

scelti per te

ricerche correlate

ISCRIZIONE

Devi accedere per poter salvare i contenuti