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A volte basta un marciapiedi spazioso per cambiare il volto di una città e ridare priorità ai pedoni, come si sta facendo in alcuni quartieri di Santo Domingo. Oppure «corridoi verdi» e «parchi naturali» per permettere alle specie, vegetali e animali, di non perdersi nel cuore urbano, come accade a San José del Costa Rica. Sono solo alcune delle iniziative portate ad esempio durante il primo tavolo di dialogo del Foro permanente su Economia circolare e Città verdi organizzato da IILA e Fondazione Symbola. Una «call to action» affinché le aree urbane diventino la priorità negli interventi di adattamento al clima.

Il primo incontro del 25 febbraio, dedicato all’impatto del cambiamento climatico nelle città, e i quattro che seguiranno con cadenza mensile puntano a fare emergere alcune best practices di governo del territorio in America latina, oltre alle proposte italiane in vista della Pre-COP26 e del G20 di cui quest’anno il nostro Paese ha la presidenza. «IILA è determinata a dare ogni possibile sostegno a tutti i paesi membri dell’organizzazione per contribuire a tradurre in realtà il sogno comune di una trasformazione delle nostre economie in senso sostenibile, l’unica via da seguire per garantire un futuro migliore», assicura il segretario generale di IILA, Antonella Cavallari. «Le città del futuro – gli ha fatto eco Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola - dovranno essere sostenibili e a misura d’uomo. E la collaborazione con i Paesi dell’America Latina, cui ci legano culture e radici comuni, può arricchire questa prospettiva e permetterci di valorizzarla al meglio a partire dai nostri reciproci punti di forza».

L’America Latina, secondo i dati Onu, è la regione più urbanizzata del mondo in via di sviluppo. L’80 per cento della popolazione vive già nelle città, dove è sempre più urgente una migliore gestione del traffico, dei rifiuti e del verde urbano. Se nel 1950 i livelli di urbanizzazione in America Latina e nei Caraibi erano infatti ben al di sotto di quelli del Nord America e dell’Europa, in meno di quarant’anni la regione ha vissuto un esodo rurale che ha generato una crescita urbana esplosiva, e spesso troppo disordinata. La rinascita post-pandemica potrebbe essere l’inizio di una nuova progettazione urbana?

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