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Un'economia a misura d'uomo. Ermete Realacci si affida alla storia del nostro Paese per declinare la ricchezza italiana in tutti i suoi cromosomi: i valori culturali, il legame con il territorio, l'attenzione alla qualità, alla bellezza, all'ambiente, alla coesione sociale, la continua innovazione. «Siamo un paese privo di materie prime, ma abbiamo una fonte di energia rinnovabile e non inquinante che è la nostra intelligenza» e questo, insieme al nostro patrimonio culturale, è il motore inesauribile che rende la nostra impresa competitiva, e che ci fa essere al primo posto in Europa come economia circolare. «La nostra economia è orientata più di altre a produrre ricchezza con l'innovazione, la bellezza, la qualità e la coesione sociale come fattore produttivo». Analisi che Realacci, con la Fondazione Symbola di cui è presidente, approfondisce da anni. Cultura ed economia si intrecciano, un rapporto che parte da lontano e che ora vede nella crisi climatica una priorità. «Può essere l'occasione - dice Realacci - per mettere in movimento il Paese in nome di un futuro migliore». Su questo tema Realacci sta raccogliendo l'adesione di uno schieramento trasversale attorno al Manifesto "Un'economia a misura d'uomo contro la crisi climatica", chiamando a raccolta le forze della società civile, da associazioni di impresa come Confindustria, Coldiretti, Confcommercio, Confartigianato, il mondo cattolico, con Padre Fortunato del Sacro Convento di Assisi, sindacati, fondazioni bancarie, cooperative, aziende da Enel a Novamont.

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La coesione sociale come fattore produttivo - Nicoletta Picchio | Il Sole 24 Ore

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