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  EMILIA ROMAGNA AL QUINTO POSTO TRA LE REGIONI PER POSTI DI LAVORO PRODOTTI DALLA CULTURA

MODENA, BOLOGNA E REGGIO EMILIA TRA LE PRIME 15 PROVINCE PER RICCHEZZA E OCCUPAZIONE DOVUTI ALLA CULTURA

LA CULTURA MOTORE DELL’ITALIA E DEL MADE IN ITALY

IL SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE E CREATIVO PRODUCE 89,7 MILIARDI DI VALORE AGGIUNTO E NE MUOVE IN TOTALE 249,8: IL 17% DELLA RICCHEZZA PRODOTTA 

 

I DATI DEL RAPPORTO 2016 ‘IO SONO CULTURA’ DI FONDAZIONE SYMBOLA E UNIONCAMERE PRESENTATI AL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA

 

Modena è la sesta provincia italiana per occupazione, e la settima per valore aggiunto, generati dal sistema produttivo culturale e creativo. Bologna è settima per occupazione e nona per ricchezza generate da cultura e creatività. Reggio Emilia è undicesima e quindicesima nelle medesime graduatorie. Risultati di cui beneficia tutta l’Emilia Romagna: è la quinta regione del Paese per occupazione del comparto culturale e creativo. È quanto emerge dalle classifiche dello studio “Io sono cultura 2016 - L'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisielaborato da Symbola e Unioncamere con la collaborazione e il sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Regione Marche e di Sida Group, presentato oggi al Teatro Comunale di Bologna. 

Dopo i saluti portati da Franco Pasquali, Presidente del Forum di Symbola, e da Nicola Sani, Sovrintendente della Fondazione Teatro Comunale di Bologna, il direttore di Symbola, Domenico Sturabotti, ha presentato la ricerca. E’ seguitauna tavola rotonda coordinata dal giornalista Luca Corsolini cui hanno partecipato Claudio Balestri Presidente Gruppo OIKOS, Mario Cucinella Architetto, Mauro Felicori Direttore Reggia di Caserta, Vilma Mazzocco Manager Sida Group, Massimo Mezzetti Assessore alla cultura, politiche giovanili e politiche per la legalità Regione Emilia-Romagna, Antonio Taormina Università di Bologna, Michele Trimarchi Vice Presidente Fondazione Teatro Comunale di Bologna, Andrea Vidotto Chief of Cultural Market - Italy Best Union Company. Ha poi concluso i lavori il Segretario Generale di Fondazione Symbola Fabio Renzi.

 

Io Sono Cultura è l’unico studio in Italia che annualmente quantifica il peso della cultura e della creatività nell’economia nazionale. I numeri dimostrano senza ombra di dubbio che la cultura è uno dei motori primari della nostra economia e della ripresa, un sostegno strategico alla competitività del made in Italy. Il sistema produttivo culturale e creativo fatto di imprese, PA e non profit genera 89,7 miliardi di euro e ‘attiva’ altri settori dell’economia arrivando a muovere nell’insieme 249,8 miliardi, equivalenti al 17% del valore aggiunto nazionale. Un dato comprensivo del valore prodotto dalle filiere del settore, ma anche da quella parte dell’economia che beneficia di cultura e  creatività e che da queste viene stimolata, a cominciare dal turismo. Una ricchezza che si riflette in positivo anche sull’occupazione: il solo sistema produttivo culturale e creativo da lavoro a 1,5 milioni di persone (il 6,1% del totale degli occupati in Italia). E se nel periodo 2011/2015 la crisi si è fatta sentire incidendo in negativo su valore aggiunto e occupati del Paese, rispettivamente con il - 0,1% e il -1,5%, nelle filiere culturali e creative la ricchezza è invece cresciuta dello 0,6% e gli occupati dello 0,2%.

Lo studio  propone numeri e storie ed è realizzato anche grazie al contributo di circa 40 personalità di punta nei diversi settori, alla partnership con Fondazione Fitzcarraldo e Si.Camera e con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Dall’analisi emerge con chiarezza quanto il ‘sistema Italia’ debba a cultura e creatività: il 6,1% della ricchezza prodotta in Italia nel 2015, pari a 89,7 miliardi di euro. Ma non finisce qui: perché il Sistema Produttivo Culturale e Creativo (SPCC) ha sul resto dell'economia un effetto moltiplicatore pari a 1,8. Per ogni euro prodotto dal SPCC, se ne attivano 1,8 in altri settori. Gli 89,7 miliardi, quindi, ne ‘stimolano’ altri 160,1, per arrivare a quei 249,8 miliardi prodotti dall’intera filiera culturale, il 17% del valore aggiunto nazionale, col turismo come principale beneficiario di questo effetto volano. Più di un terzo della spesa turistica nazionale, esattamente il 37,5%, è attivata proprio dalla cultura e dalla creatività.

 “Il valore aggiunto culturale più alto – commenta il Segretario generale di Fondazione Symbola Fabio Renzi  è nelle regioni dove si è puntato sulla valorizzazione di ambiente, territorio e offerta di eventi e spettacoli dal vivo di qualità (concerti, stagioni teatrali, festival musicali e culturali). Dove si è affermata una nuova manifattura che è stata capace di incorporare più innovazione tecnologica orientata alla sostenibilità e alla green economy e più innovazione culturale. La  performance dell’Emilia Romagna, quinta a livello nazionale per occupazione creata dalla cultura, dimostra la forza di un’economia legata ad un made in Italy  ad alta intensità culturale e creativa e all’agroalimentare di qualità”.

“La ricerca di Symbola è stato ed è uno strumento che si è rivelato utilissimo negli anni evidenziandoci dati e tendenze che anche a livello regionale hanno ricevuto conferma – afferma Massimo Mezzetti, Assessore alla cultura, politiche giovanili e politiche per la legalità Regione Emilia-Romagna.  Siamo in perfetta sintonia con il lavoro di Symbola che sostiene che cultura e creatività siano elementi fondamentali per la formazione della ricchezza del Paese e dell’Emilia Romagna che, in linea col trend nazionale, è quasi al 6% . Dati che ci hanno aiutato a contribuire a contrastare l’opinione diffusa, non solo nella classe dirigente,  sul valore dell’investimento nel settore: da “vuoto a perdere” a  moltiplicatore di ricchezza. Quello delle industrie culturali e creative è il settore su cui puntare per uscire dalla crisi senza affidarsi esclusivamente al manifatturiero e al metalmeccanico, e per creare buona e nuova occupazione”.

 

Focus Emilia Romagna. Come evidenziato in apertura, Modena è la sesta provincia italiana per occupazione, e la settima per valore aggiunto, generati dal sistema produttivo culturale e creativo. Bologna è settima per occupazione e nona per ricchezza generati da cultura e creatività. Reggio Emilia è undicesima e quindicesima nelle medesime graduatorie. 

Risultati di cui beneficia tutta l’Emilia Romagna: è in quinta posizione nella graduatoria delle regioni per occupazione del comparto culturale e creativo. Qui gli occupati prodotti dal SPCC sono 136 mila, ovvero il 6,6% dei lavoratori di questa regione, incidenza che si registra anche nelle Marche. E sempre cultura e creatività generano in Emilia Romagna 7,7 miliardi di euro di valore aggiunto, equivalenti al 6% della ricchezza regionale.   Un risultato cui contribuiscono soprattutto le province di Modena, Bologna e Reggio Emilia. Modena, come anticipato,  è sesta nella classifica delle province che più producono lavoro, e settima in quella delle province che più producono ricchezza, con cultura e creatività. Un risultato raggiunto grazie all’intreccio tra bellezza, cultura, innovazione, creatività e manifattura che ha saputo rilanciare il made in taly e restituire all’economia emiliano romagnola una prospettiva al di là della crisi. Nella provincia di Modena, infatti, l’incidenza degli occupati dovuti alla cultura è la sesta più alta d’Italia: il 7,7% del totale dei lavoratori del territorio provinciale, mentre la ricchezza dovuta al SPCC è la settima più alta del Paese, il 7,2%. Bologna  con il 7,6% è settima nella graduatoria delle province per incidenza di cultura e creatività sul totale dell’occupazione ed è nona  con il 7,1% in quella delle province che più creano ricchezza dalla cultura.   Reggio Emilia crea il 7,1% dei lavoratori del suo territorio da cultura e creatività ed è l’undicesima provincia italiana. Sul fronte della ricchezza generata dal SPCC Reggio Emilia si classifica quindicesima con il 6,2%.   Da segnalare anche la performance di Rimini, diciottesima con il 6,5%, tra le province che più producono lavoro con cultura e creatività.

Cosa si intende per sistema produttivo culturale e creativo

Questa analisi scandaglia il sistema produttivo culturale e creativo fatto di musei, gallerie, festival, beni culturali, letteratura, cinema, performing arts, architettura, design e comunicazione, ma anche tutte quelle attività produttive che non rappresentano in sé un bene culturale, ma che dalla cultura traggono linfa creativa e competitività che nello studio definiamo creative-driven. Il sistema produttivo culturale sia articola quindi in 5 macro settori: industrie creative (architettura, comunicazione e branding, design), industrie culturali propriamente dette (film, video, mass-media, videogiochi e software, musica, libri e stampa), patrimonio storico-artistico architettonico (musei, biblioteche, archivi, siti archeologici e monumenti storici), performing art e arti visive (rappresentazioni artistiche, divertimento, convegni e fiere) e imprese creative-driven (imprese non direttamente riconducibili al settore ma che impiegano in maniera strutturale professioni culturali e creative, come la manifattura evoluta e l’artigianato artistico). Dal mobile alla nautica, larga parte della capacità del made in Italy di competere nel mondo sarebbe impensabile senza il legame con il design, con le industrie culturali e creative.

 

Fondazione Symbola

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Fondazione Symbola, Deloitte Private, POLI.design, ADI in collaborazione con Comieco, AlmaLaurea, CUID, con il patrocinio del ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del ministero delle Imprese e del Made in Italy hanno presentato oggi i risultati del report “Design Economy 2024”, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza del valore del design per la competitività del sistema produttivo nazionale. Hanno presentato il rapporto presso l’ADI Design Museum di Milano, Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola; Ernesto Lanzillo, Deloitte Private Leader Italia; Luciano Galimberti, presidente ADI; Cabirio Cautela, CEO POLI.design; Domenico Sturabotti, direttore della Fondazione Symbola; Antonio Grillo, design director Tangity Design Studio - NTT Data; Maria Porro, presidente Salone del Mobile; Marco Maria Pedrazzo, designer manager; Susanna Sancassani, managing director METID - Politecnico di Milano; Francesco Zurlo, preside della Scuola del design Politecnico di Milano; Lorenzo Bono, responsabile Ricerca e sviluppo Comieco; Adolfo Urso, ministro delle Imprese e Made in Italy.

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