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«Guardi il problema è che noi italiani non ne siamo consapevoli, ma nell'economia verde il nostro Paese ha numeri ed esperienze da leadership in Europa». Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola che da dieci anni realizza il Rapporto Greenitaly, non si scompone di fronte alla nostra incredulità, quando parla dell'Italia come di una «superpotenza europea» nella sostenibilità e in particolare nell'economia circolare. Siamo in buona compagnia, ci spiega: «Secondo una recente ricerca che Ipsos ha realizzato per Symbola, un italiano su dieci non è a conoscenza della nostra leadership in questo settore e, quando glielo dimostriamo con il conforto dei numeri, la metà di loro comunque non ci crede».

Del resto, tutti abbiamo in mente i rifiuti abbandonati nelle strade di Roma e i tanti casi di cattiva gestione nella raccolta nelle grandi città, soprattutto al Sud. A che cosa dobbiamo credere?

Ci sono casi di cattiva gestione, è vero, ma molto più numerosi sono gli esempi di eccellenza, che ci portano ai primi posti in Europa. Non perché il nostro Paese abbia prodotto buone leggi - anzi, spesso la burocrazia rischia di frenare le esperienze più innovative - ma per la nostra storia e i nostri cromosomi. Essendo il nostro territorio povero di materia prima, nei secoli ci siamo abituati a usare quella fonte di energia rinnovabile e non inquinante che è l'intelligenza umana.

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Intervista a Ermete Realacci: «Usiamo più neuroni e meno atomi: così nasce un futuro sostenibile» | Il Sole 24 Ore

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