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Trent'anni dietro le quinte. A lavorare per valorizzare i talenti e le eccellenze altrui. Questo è sempre stato il ruolo di eprcomunicazione, a fianco dei suoi clienti nell'aiutarli a comunicare le proprie storie. Adesso però è tempo di raccontare la propria, di storia. Tutta all'insegna della sostenibilità.

"Abbiamo cominciato a parlare di sostenibilità", dice l'amministratore unico di eprcomunicazione Camillo Ricci, "quando ancora questo termine non veniva neanche usato: si parlava di rispetto della natura, poi di difesa ambientale. Per primi capimmo le potenzialità di questa prospettiva per il futuro. Grazie all'intuizione di chi ha fondato l'azienda e che ora purtroppo non c'è più, Paolo Palleschi, cominciammo a seguire i consorzi di raccolta e di smaltimento dei rifiuti: dal Conou al Cobat, e poi via via tanti altri come Corepla, Conoe e Greentire. Quindi abbiamo affiancato il Corpo Forestale, ora integrato nell'Arma dei carabinieri, nelle campagne contro gli incendi boschivi e nelle iniziative a difesa della biodiversità. Così abbiamo iniziato a dotarci di un crescente know-how, di conoscenza e di relazioni con i principali stakeholder, quali Legambiente, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ASviS, Earth Day, Ecomondo, il festival nazionale dell'economia circolare e delle energie dei territori, Edizioni ambiente e tanti altri. E abbiamo accompagnato sempre più enti e aziende nel racconto del loro percorso di sostenibilità, da FaterSmart a Zoppas, da Itelyum a Kme, da Cartiere Carrara a Poste Italiane, da Cdp a Fincantieri e a tante altre. Quando il tema è esploso in tutta la sua forza e le principali aziende hanno compreso che la sostenibilità è fattore di competitività essenziale, ci siamo fatti trovare pronti, integrando la nostra compagine societaria con alcune figure riconosciute e apprezzate del mondo ambientalista, come Roberto Della Seta e Francesco Ferrante".

Spiega Roberto Della Seta, partner e direttore scientifico di eprcomunicazione: "La sostenibilità non è solo una scelta etica di 'responsabilità sociale', è anche un vantaggio economico. Pochi mesi fa la `Oxford Review of Economic Policy' ha pubblicato una ricerca sulle percezioni di un campione rappresentativo di responsabili delle politiche economiche nazionali ed economisti di 53 Paesi, compresi tutti quelli del G20, sull'utilità relativa in termini di impatto economico e di efficacia nella lotta alla crisi climatica di un range di possibili azioni d'incentivazione fiscale variamente orientate. La conclusione della ricerca è che per la maggior parte degli intervistati le azioni più convenienti in termini di stimolo allo sviluppo sono anche le più adatte contro la crisi climatica. Valutazioni del tutto analoghe, in questo caso calibrate sulle imprese italiane, si leggono nell'ultimo rapporto della Fondazione Symbola: le aziende di casa nostra che negli ultimi cinque anni hanno investito in innovazione green (oltre 400mila) hanno conseguito performance economiche (fatturato, export e occupazione) sensibilmente più brillanti rispetto alle altre. Insomma, la sostenibilità ambientale serve per tutelare le generazioni future ma anche per fare impresa oggi".

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