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Tralci rampicanti, quadrupedi, esoscheletri e non solo: la robotica italiana abita all’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), centro di ricerca con base a Genova e 12 sedi tra Italia e USA.

Nei laboratori dell’IIT, qualche anno fa, nacque il Plantoide, primo robot ispirato alle piante in grado di reagire a stimoli esterni e di allungare le radici nel terreno raccogliendo dati ambientali.

Nel 2019 arriva il robot che si arrotola come un tralcio di vite sfruttando il principio dell’osmosi, attivata da una batteria. Sono solo due dei tanti progetti che impegnano l’IIT, anche attraverso collaborazioni con altri istituti di ricerca e aziende.

Tutti conosciamo iCub, il robot bambino, concepito a Genova da un team internazionale: è usato dai ricercatori per migliorare percezione, movimento, interazione uomo-robot.

Accanto agli umanoidi, l’IIT ha realizzato quadrupedi come HyQ Real e Centauro pensati per intervenire in aree a rischio e in agricoltura. E ancora Co-Aware: il primo sistema ergonomico al mondo per la collaborazione uomo-robot funzionante in tempo reale che ha fatto vincere nel 2018 all’IIT il Kuka Innovation Award.

Non ultima è la prostetica, con un progetto nato dai laboratori Rehab Technologies IIT-Inail per la realizzazione di Hannes, una mano robotica che restituisce il 90% della funzionalità di un arto naturale e si controlla con i segnali elettrici provenienti dai muscoli residui dell’arto.

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