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Il sistema di offerta capillarmente diffuso nelle aree interne, costituito da fattori ambientali, paesaggistici, storico-culturali, legati alla cultura materiale, all'agricoltura e all'artigianato, con una mobilità dolce, fatta di cicloturismo e cammini può essere oggi la carta vincente.

Mi inserisco nel solco del dibattito aperto dall'amico Ermete Realacci, Presidente di Symbola, circa la rinnovata centralità dei piccoli Comuni e al ruolo che ad essi sembra essere finalmente riconosciuto nelle strategie di rilancio del nostro Paese (Bn, 14 settembre 2021). La sensibilità del Touring Club Italiano, associazione privata senza scopo di lucro, per i territori meno noti parte da lontano ed editorialmente i tre volumi (1983-85) della Guida ai centri minori hanno segnato un'epoca e un nuovo modo di guardare al Paese.

Tale interesse si è tradotto negli ultimi 23 anni in impegno concreto: con il programma Bandiere Arancioni la nostra associazione si prende cura dei piccoli centri dell'entroterra italiano, stimolando uno sviluppo turistico sostenibile di queste aree e impegnandosi nella valorizzazione delle eccellenze che sanno esprimere. Inoltre quest'anno la nostra associazione ha voluto dedicare ai propri soci un volume sugli Appennini, che rappresentano in modo esaustivo quelle porzioni di territorio che sono state battezzate come «aree interne» e che rischiano di essere associate nell'immaginario collettivo soltanto con i «margini», nell'erronea convinzione che abbiano poco da offrire ai loro abitanti (circa 13 milioni) e a chi le osserva dall'esterno. La rilettura che il Touring propone di questi territori, con le iniziative editoriali e territoriali che porta avanti da decenni, è invece opposta. E per noi importante stimolare, in coerenza con il nostro impegno nel prenderci cura dell'Italia come bene comune perché sia sempre più conosciuta, attrattiva, competitiva e accogliente, una riflessione sugli Appennini e, in generale, sui piccoli centri dell'entroterra, come luoghi dai quali possono originarsi nuove idee di Italia.

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I borghi son centri altro che margini | Corriere della Sera | Franco Iseppi

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