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Volvo, Daimler, Caterpillar, BMW, ZF, Scania, John Deere, DAF e tanti altri: il ruolo del Gruppo Gnutti Carlo nell’automotive ce lo descrivono i suoi partner. Nata a inizio ‘900, 700 milioni di euro di fatturato e più di 4 mila dipendenti, ha fatto il giro del mondo: 14 stabilimenti in 9 Paesi, tra Europa, America e Asia. Tre le aree produttive del Gruppo: la Powertrain Division, specializzata nella produzione di componenti per motori (in particolare bilancieri e componenti a iniezione diesel); la Light Metals Division, nata nel 2014 con l’acquisizione del Gruppo Ljunghäll, leader europeo nella fornitura di componenti in alluminio complessi, attiva nell’e-mobility con progetti in collaborazione con ZF, Schaeffler e altri players globali; e la TCG Unitech Division nata nel 2018 con l’acquisto della TCG, azienda leader nella produzione di componenti pressofusi in metalli leggeri (alluminio e magnesio). Utilizzare leghe leggere per componenti di un’auto elettrica – dal telaio alla scatola dello sterzo – significa rendere il veicolo più efficiente in prestazioni ed emissioni: più una e-car è leggera, più lontano può andare con un “pieno” di energia. Tra le auto elettriche che montano componenti Gnutti Carlo troviamo due SUV recentemente lanciati sul mercato da due primarie case automobilistiche tedesche, una super car che sta raccogliendo enormi consensi e una piattaforma di nuovi modelli BEV che verrà messa sul mercato nei prossimi mesi da un produttore tedesco di Premium Cars.

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