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Il ruolo delle rinnovabili negli scenari di decarbonizzazione dopo Parigi

Per delineare gli scenari futuri si deve partire necessariamente dall’ultimo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’ONU (IPCC) che richiama l’attenzione sulla necessità di agire subito con maggiore decisione per contrastare il global warming. Per limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali, spiegano gli scienziati del panel, entro il 2030 si dovrebbero ridurre del 45% le emissioni di carbonio rispetto al 2010, e arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050. Il rischio dalle conseguenze drammatiche, continuando con le attuali politiche, è raggiungere un aumento di 3 gradi entro il secolo.

Dopo l’Accordo sul Clima del 2015 si sono moltiplicate le analisi per capire come è possibile evitare di superare di 2 °C, e possibilmente di 1,5 °C, il livello delle temperature registrate nel periodo preindustriale.
Tutti i Paesi stanno facendo le proprie elaborazioni, un esercizio che alla fine del 2019 consentirà di avere un quadro complessivo dei percorsi ipotizzati dalle varie nazioni del pianeta.
Nel frattempo diversi attori hanno effettuato proprie valutazioni sui possibili percorsi di decarbonizzazione. Riportiamo i risultati di tre studi pubblicati nei mesi scorsi da parte di realtà molto diverse tra loro, come l’International Renewable Energy Agency (Irena), l’agenzia cui fanno riferimento molto governi sul fronte delle rinnovabili, Ecofys, società di consulenza di punta sulle tematiche ambientali e la Shell.

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