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Ferrero è la testimonianza di come il senso di impresa aperta al bene comune sia attuale e praticabile, a partire dall'attenzione ai propri dipendenti.

L’azienda Ferrero e la cittadina di Alba (nelle Langhe, in Piemonte): dal 1946, un legame strettissimo, che nel corso degli anni ha permesso di costruire un rapporto forte con il territorio locale. E nello stesso tempo, ha accompagnato la crescita di questa azienda, che al giorno d’oggi è tra i primi dieci gruppi mondiali nella produzione di dolciumi per il largo consumo. Tra i prodotti iconici del Gruppo, la celeberrima crema di nocciole chiamata Nutella.
Questa azienda italiana è oggi una multinazionale, con 34.500 addetti e presenza in 55 Paesi, con Giovanni Ferrero nella carica di presidente esecutivo. Attualmente, il fatturato ha superato i 10 miliardi di euro. Ma l’attenzione al territorio locale è sempre viva, rappresentando un caso esemplare nel quale convivono la dimensione produttiva globale e l’attenzione alla qualità di vita complessiva dei dipendenti di Alba (e degli altri stabilimenti). Degna erede dell’Olivetti, di cui quest’anno ricorrono i 110 anni dalla nascita, Ferrero è la testimonianza di come il senso di impresa aperta al bene comune non sia scomparso con la fabbrica di macchine da scrivere, ma sia tuttora attuale e praticabile.

Nel 2016 l’azienda ha vinto il Premio Randstad: è risultata la prima azienda in cui gli italiani vorrebbero lavorare. In particolare, è stata la preferita in quattro dei dieci fattori oggetto di indagine, risultando al primo posto per sicurezza del posto di lavoro, atmosfera di lavoro piacevole, buon equilibrio tra vita professionale e vita privata, responsabilità sociale d’impresa. Non stupisce dunque il fatto che nel 2017 sia stato deliberato un premio legato ad obiettivi che ha portato 2.000 euro nelle tasche dei dipendenti. Di recente è arrivato un altro Premio: il Fairtrade Award (nella categoria riservata alle aziende manifatturiere), per l’impegno nel Fairtrade Cocoa Program e per gli accordi di lungo periodo per migliorare le condizioni di vita e lavoro dei produttori locali di cacao in Costa d’Avorio. Ma i riconoscimenti ottenuti non finiscono qui: ormai da molti anni, il Gruppo Ferrero è sempre ai primi posti in numerose classifiche, italiane e internazionali, sulla reputazione aziendale e sulla responsabilità sociale d’impresa.

Per questa realtà aziendale, l’attenzione alla sicurezza alimentare, all’ambiente, al sociale, alle comunità locali in cui opera, alle proprie risorse umane, sono valori di riferimento.
L’attenzione ai lavoratori e al territorio locale non include soltanto effetti positivi sull’occupazione, ma anche un modello di responsabilità sociale d’impresa le cui origini risalgono ad oltre mezzo secolo fa. A partire da quando, negli anni Quaranta e Cinquanta l’azienda, invece di sradicare i contadini dai campi, inventò per loro un servizio di autobus che li raccoglieva al mattino e li riportava nelle loro terre alla sera. Da allora il rapporto con i propri dipendenti si è rafforzato e ampliato parallelamente all’espansione del Gruppo.
Tra i pilastri della responsabilità sociale d’impresa di Ferrero, vi è oggi la Fondazione Ferrero. Nata negli anni Ottanta, al fine di accogliere gli ex dipendenti in pensione, nel corso del tempo ha ampliato il raggio di azione fino a diventare un centro di attività sociali, educative e culturali. A monte c’era e continua ad esserci un’idea semplice: infondere negli ex dipendenti il senso di continuità della loro appartenenza all’azienda. Sulla base di questa convinzione, ha messo a disposizione risorse e ha creato un luogo ad hoc, che ha sede in uno splendido complesso architettonico.

I dati sono eloquenti: 3.300 pensionati Ferrero coinvolti; quaranta gruppi di attività; una media di 800 presenze giornaliere in Fondazione; innumerevoli campi di impegno – dal gruppo di accoglienza che governa l’afflusso, a quello che gestisce la biblioteca, dal gruppo del Nordic Walking a quello delle gite ecologiche. Ed ancora: autisti e medici a disposizione di chi ne abbia bisogno; pasticceri che preparano biscotti e dolci per gli ospiti e per i bisognosi; cuochi e camerieri per i raduni conviviali; ceramisti, pittori e ricamatrici che producono oggetti per il mercatino di Natale (con il ricavato devoluto in beneficenza); ex ragionieri che aiutano a compilare la dichiarazione dei redditi; il gruppo di protezione civile.
La Fondazione è un luogo in cui la fabbrica diventa comunità e dove cultura, benessere fisico e innovazione contribuiscono al miglioramento della qualità di vita degli ex lavoratori. La struttura promuove anche iniziative artistiche e culturali relative al Piemonte che, negli ultimi anni, hanno attirato oltre 130.000 visitatori.
A questa attenzione nei confronti dei dipendenti si affianca la cura estrema del prodotto. Qualità elevatissima, cura artigianale, freschezza, accurata selezione delle migliori materie prime, rispetto e considerazione del cliente: ecco i fattori che hanno reso note e apprezzate da milioni di consumatori, in Italia e nel mondo, le specialità dolciarie Ferrero. Prodotti frutto di idee innovative, quindi spesso inimitabili pur essendo di larghissima diffusione, entrati a far parte della storia del costume anche in altri Paesi, dove a volte sono considerati come autentiche icone.
Al centro dell’impegno quotidiano, da sempre c’è il consumatore: si tratta di un rapporto di fiducia fatto di conoscenza, esperienza, preparazione tecnica e culturale, “feeling” e intuizione, che ha consentito la creazione di un meccanismo di fedeltà tale da legare Ferrero ai propri consumatori. Grande attenzione ai lavoratori, ai prodotti, ai consumatori: all’interno dell’area marcata da questi tre elementi, è stato costruito il successo del Gruppo Ferrero.

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