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ENEL, il più grande operatore privato al mondo nel settore delle rinnovabili, ha creato una rete estesa e mondiale per la ricerca scientifica, dando vita a una vera e propria comunità che unisca tutti i poli dell’innovazione sostenibile.

Enel, con la controllata Green Power, è il più grande operatore privato al mondo nel settore delle rinnovabili con 47 GW di capacità gestita al terzo trimestre del 2020 (49 GW stimati a fine 2020) proveniente da impianti eolici, solari, geotermici e idroelettrici localizzati in Europa, Americhe, Africa, Asia e Oceania. Enel è leader mondiale nel rating ESG di Refinitiv nel settore “Electric Utilities and Independent Power Producers” ed è leader mondiale in tutti i settori secondo Vigeo-Eiris, tra quasi 5.000 imprese valutate sulla base delle performance di sostenibilità, mentre a Novembre 2020 è risultata leader nel Dow Jones Sustainability World Index nel settore Electric Utilities. Recentemente, anche grazie a queste scelte, ha raggiunto un nuovo record di capitalizzazione di mercato superando 90 mld di euro di valore, confermandosi la prima azienda nel settore utilities in Europa. “Innovability” è il neologismo che nasce dall’unione dei termini “innovazione” e “sostenibilità”, nella loro traduzione inglese. Inventato da Enel, racchiude i pilastri alla base della visione di futuro del Gruppo. L’azienda con headquarter a Roma ne ha acquisito il copyright e ha rivoluzionato la propria struttura creando omonime divisioni dedicate all’Innovability, in ogni area del business. Qui avviene un perenne scambio con l’ecosistema esterno di ricerca del Gruppo Enel: una vera e propria comunità scientifica estesa che mette insieme tutti i poli dell’innovazione sostenibile. Enel ha superato i modelli di innovazione chiusa in favore di una più efficiente apertura alle contaminazioni, allargando il perimetro di addetti alle innovazioni anche a professionisti esterni. Oggi il Gruppo è all’interno di un solido ecosistema, strutturato in relazioni di interdipendenza che coinvolgono impresa, centri di ricerca, università e start-up. Il dialogo con gli innovatori al di fuori del Gruppo avviene attraverso strumenti dedicati e pensati per ingaggiare i vari attori che compongono l’ecosistema. Uno degli strumenti principali è OpenInnovability (1) un portale digitale in cui Enel segnala le principali sfide tecnologiche o sociali che è chiamata a risolvere, dove avviene l’interazione con comunità scientifica, innovatori individuali o aziende, tutti chiamati a identificarsi in temi comuni e proporre soluzioni. Il portale vanta l’interazione con più di 500.000 persone da oltre 100 Paesi, oltre un terzo di queste sono PhD con altissima specializzazione appartenenti alle più prestigiose università del globo. L’obiettivo è creare ecosistemi che Enel alimenta con nuovi stimoli, come avviene attraverso gli Innovation Hub dell’impresa. Gli Hub costituiscono un accesso ai principali ecosistemi di innovazione globali e gestiscono le relazioni con start-up, acceleratori, incubatori e agenzie di innovazione, come la Israel Innovation Authority e la russa Skolkovo Foundation. Attualmente gli Enel Innovation Hub sono in 10 città: 3 in Italia (Catania, Pisa e Milano), 2 negli Stati Uniti (San Francisco e Boston) e in America Latina (Santiago e San Paolo), 1 a Madrid, Mosca e Tel Aviv. Oltre a questi, il Gruppo mette a disposizione una rete di 21 laboratori dove le start-up possono testare e raffinare le proprie soluzioni, grazie anche alla collaborazione di tecnici ed esperti Enel. Tale relazione aumenta l’attrattività delle start-up, che possono accrescere il proprio business sia collaborando con altri attori del mercato, sia tramite una rete di circa 50 fondi di venture capital con cui Enel ha sviluppato partenariati. Negli ultimi anni Enel ha raccolto oltre 17.000 proposte da tutto il mondo e attivato oltre 900 progetti di cui circa la metà sono avanzati con successo e oltre 170 hanno raggiunto i requisiti per essere implementati su larga scala. Oltre 10.000 sono state le start-up analizzate, 350 quelle con cui è stata avviata una collaborazione. Fra queste più di 120 sono italiane, con un considerevole impatto sull’ecosistema del nostro Paese che ha portato alla firma di contratti per più di 20 milioni di euro. Per quanto riguarda Enel, è stato stimato che l’investimento in innovazione degli ultimi 4 anni genererà un valore pari a 3 volte la spesa. L’open innovation cambia anche la misurazione dei risultati, poiché la comunità Enel produce benefici analizzabili su medio e lungo periodo, calcolati sull’insieme di iniziative attivate grazie all’ecosistema, e non su singoli progetti. I benefici si traducono in aumento di competitività e coefficiente di innovazione, mentre cala margine di errore e spesa: nell’open innovation gli investimenti crescono insieme a quelli delle altre realtà che, a loro volta, mettono risorse a servizio delle stesse tematiche. Parliamo di “comunità” perché si tratta di un modello in cui i flussi di potere e organizzativi sono pluridirezionali, ed Enel unisce le intelligenze in campo attraverso un sense of purpose importante: garantire al mondo di essere decarbonizzato e sostenibile sul piano ambientale. In tale ottica, qualunque contributo apportato al dialogo attivato da Enel, al di là del cambiamento effettivo proposto, si configura come una parte fondamentale del processo di miglioramento dell’umanità.

 

(1) https://openinnovability. enel.com/

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