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Fra i principali produttori di macchine e impianti tessili di rigenerazione ha un obiettivo ancora più ambizioso: aiutare le aziende a valutare i propri scarti come un’opportunità produttiva

È il 1964 quando Giovanni Dell’Orco e Silvano Villani hanno un’idea pioneristica per l’epoca: realizzare una sfilacciatrice di grandi dimensioni e ad elevata produttività, per riutilizzare gli scarti tessili. Da allora, l’azienda Dell'Orco & Villani non ha arrestato la sua crescita, diventando oggi uno dei principali produttori di macchine e impianti tessili di rigenerazione, con una declinazione specifica sulla riqualificazione dei rifiuti di produzione.

L’impresa di Capalle (FI) però ha un obiettivo ancora più ambizioso: quello di aiutare le aziende a valutare i propri scarti come un’opportunità produttiva. E ci sta riuscendo bene: i macchinari dell’impresa toscana sono apprezzati in tutto il mondo, con un export oltre al 90% della produzione.
Un esempio? Dell’Orco & Villani ha realizzato per Starbucks una tecnologia finalizzata al recupero dei sacchi di juta del caffè, che permette poi di utilizzare la stessa fibra di juta rigenerata, mischiata con lana vergine neozelandese, per la realizzazione di un tessuto con cui la catena statunitense ha rivestito le poltroncine dei suoi store europei. Il progetto è stato premiato a Londra con un riconoscimento all’innovazione, che si aggiunge all’Energy Globe ricevuto a Bruxelles nella sede del Parlamento Europeo per un impianto realizzato in America per il recupero della fibra di nylon da tappeti altrimenti destinati alla discarica, come ulteriore conferma dello stretto legame che c’è tra la Dell’Orco & Villani e l’economia circolare.

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