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Cobat, piattaforma italiana della circular economy, da 30 anni si occupa di raccogliere e avviare al riciclo rifiuti tecnologici

La promettente transizione verso una mobilità più sostenibile ha un punto nodale nell’intersezione tra economia circolare e accumulo di energia: questo punto è rappresentato dalla gestione del fine vita delle batterie al litio che alimentano le auto elettriche. È questa la sfida di Cobat, piattaforma italiana della circular economy che da 30 anni si occupa di raccogliere e avviare al riciclo rifiuti tecnologici come pile, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche e pneumatici.

Il consorzio, che nel 1988 ha cominciato a dare nuova vita a quello che era il cuore delle automobili, le batterie al piombo, ora scommette sulla mobilità elettrica. Nel 2014 ha stretto un accordo con il Consiglio Nazionale delle Ricerche per individuare una tecnologia ambientalmente ed economicamente sostenibile per il riciclo delle batterie al litio. Il processo idrometallurgico di recupero messo a punto dal CNR è in già fase di brevetto e Cobat è al lavoro per realizzare in Italia il primo impianto pilota per il trattamento e recupero delle batterie, con tecnologie innovative uniche al mondo.

Inoltre, per allungare la vita degli accumulatori, con Enel e Class Onlus, con il supporto di CNR e Politecnico di Milano, Cobat sta studiando come riutilizzare gli accumulatori esausti delle auto per lo stoccaggio di energia da fonti rinnovabili.

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