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Cento esperienze, quelle raccontate in “100 italian architectural conservation stories”, che oltre a dare lustro internazionale al nostro Paese sono chiamate a dare un contributo importante alla ricostruzione del più grande cantiere di restauro del mondo: quello dei crateri dei terremoti che hanno colpito il centro Italia.

Cento storie di innovazione, sostenibilità e bellezza nel rapporto curato da Fondazione Symbola e Fassa Bortolo con la partnership di Assorestauro presentato questa mattina dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, da Ermete Realacci, presidente della Fondazione Symbola, e da Paolo Fassa, presidente Fassa Bortolo. Un’occasione unica per mettere a sistema una filiera made in Italy fatta di competenze, tecnologie e materiali sviluppati dal mondo dell’impresa e da quello della ricerca e dell’Università.

I nostri restauri sono apprezzati e premiati in tutto il mondo. Non è un caso se nel 2020 il più prestigioso riconoscimento europeo, l’European Heritage Award e di recente il Grand Prix, hanno premiato un’esperienza italiana. Si tratta dell’intervento sulla Basilica di Santa Maria di Collemaggio distrutta durante il terremoto de L’Aquila. Un cantiere il cui valore risiede nelle tecnologie innovative impiegate e nell’aver tenuta aperta e in sicurezza, per tutta la durata dei lavori, la fruizione della Basilica. L’Aquila è il più grande cantiere di restauro d’Europa e sono stati investiti più di 2 miliardi per la ricostruzione del patrimonio culturale.

Nel rapporto si dà spazio alle tante realtà che stanno sperimentando materiali e tecnologie per rendere più efficienti gli interventi di recupero: dalla scannerizzazione della volta di Pietro da Cortona a Palazzo Barberini (la seconda volta più grande a Roma, dopo la Cappella Sistina) grazie al laser scanner 3D a colori sviluppato da ENEA, all’illuminazione della Cappella degli Scrovegni a Padova a cura di iGuzzini illuminazione, leader nel settore dell’illuminazione architetturale.

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Cento storie per raccontare l’eccellenza italiana del restauro | la Repubblica

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