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La partecipazione degli stakeholder al miglioramento dell’azienda è un approccio radicato da decenni nella cultura di Carlsberg Italia che si accompagna a una continua ricerca della perfezione e vocazione all’innovazione

La coesione è un fattore che influenza positivamente i processi di miglioramento continuo. Soprattutto nei casi di tecnologie innovative, come è accaduto a Carlsberg Italia in occasione del lancio della tecnologia che ha rivoluzionato il mondo della spillatura.

Carlsberg Italia è il terzo produttore di birra italiano con sede a Lainate (MI) e stabilimento produttivo a Induno Olona (VA). L’azienda fa parte di Carlsberg Group, la storica azienda danese, che ne detiene il 100% delle quote azionarie. Nasce nel 1876 come Angelo Poretti & C. per diventare poi Industrie Poretti. Acquisita nel 1939 dalla famiglia Bassetti, nel 1975 viene in contatto con Carlsberg Group - con l’accordo di produzione e commercializzazione delle birre Carlsberg e Tuborg – che nel 2002 diventa proprietario dell’intero capitale dell’azienda diventata Carlsberg Italia.

La ricerca e l’innovazione sono parte integrante della cultura del Gruppo Carlsberg.
Già nel 1875 l’azienda costruì il proprio laboratorio scientifico nel quale, nel 1883, fu “scoperto” il lievito a bassa fermentazione (Saccharomyces carlsbergensis). La tensione verso la perfezione e la vocazione all’innovazione ha fatto nascere DraughtMasterTM, la rivoluzionaria tecnologia di spillatura della birra che prevede la distribuzione all’interno di fusti in PET totalmente riciclabili al posto dei tradizionali fusti di acciaio.

I fusti in PET permettono una spillatura senza aggiunta di CO2, grazie a una semplice compressione ad aria. I benefici sono numerosi. A partire dalla qualità e dalla genuinità della birra che risultano eccellenti perché il prodotto si mantiene più a lungo. La pressione nei fusti d’acciaio, infatti, è data dalla compressione della birra immettendo CO2 nel fusto. Il contatto con il liquido ne altera le proprietà organolettiche e dopo cinque giorni dall’apertura del fusto il gusto è completamente alterato. Nel caso dei fusti in PET invece la durata è di 31 giorni dall’apertura. La praticità, inoltre, è superiore, perché non è necessario acquistare CO2 e la gestione degli imballi a rendere è più semplice.

Infine i vantaggi economici per i clienti sono notevoli.
In particolare è la sostenibilità, dovuta anche alla drastica diminuzione delle emissioni di CO2, che fa di DraughtMasterTM un’innovazione unica. Lanciato nel 2011, dopo la fase di test, DraughtMasterTM ha sofferto dei tradizionali problemi che una tecnologia innovativa incontra alla prova del mercato ma la loro gestione è stata tanto innovativa quanto la tecnologia stessa: fedele alla propria cultura “coesiva”, invece di affidare la soluzione delle problematiche a squadre di tecnici inviati in loco, Carlsberg Italia ha deciso di coinvolgere tutti gli stakeholder alla ricerca della soluzione. Cliente, tecnico dell’assistenza, produttori delle componenti della tecnologia DraughtMasterTM oggetto del problema venivano riuniti per analizzarlo da tutti i punti di vista. Ciò ha consentito a Carlsberg Italia di procedere rapidamente nel processo di perfezionamento della tecnologia e di apportare miglioramenti sostanziali. Nel 2017 oltre il 90% della birra distribuita in fusti da Carlsberg Italia è stata distribuita in fusti in PET e il livello di soddisfazione degli utenti oggi sfiora il 100%.

La partecipazione degli stakeholder al miglioramento dell’azienda è un approccio radicato da decenni nella cultura di Carlsberg Italia. A dimostrarlo il coinvolgimento  dei dipendenti attuato già nel 1961, quando la direzione del personale dello stabilimento di Induno Olona li invitò a rispondere a un questionario per capire come migliorare i processi produttivi. Tre mesi dopo, fedeli ai principi della rendicontazione, i risultati venivano pubblicati nella rivista aziendale. Un principio di cui l’azienda ha fatto un punto di forza.

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