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Parole? No, non sono vuote parole, sono fatti concreti e consistenti. Il colosso chimico americano DuPont, tra i primi al mondo, ha deciso di cambiare pelle e sta trattando l'acquisto della Rogers, specialista in apparecchiature elettroniche. Lo ha pubblicato ieri in esclusiva il Wall Street Journal. Non c'è paragone tra le due aziende, la DuPont vale in borsa 37 miliardi, Rogers solo 4, ma ha tutto quello che serve per lanciarsi verso la nuova frontiera dell'auto elettrica. Non che la prima sia a digiuno di materiali innovativi ad ampio utilizzo industriale, si pensi a fibre come il Kevlar ad alta resistenza: serve soprattutto per i giubbotti antiproiettile, ma non solo. Tuttavia con la Rogers può arrivare un salto di qualità, Già sci anni fa la DuPont si è scissa in tre grandi rami: quello tradizionale, la scienza dei nuovi materiali e i prodotti per l'agricoltura. Adesso arriva una quarta gamba destinata, così pensa il top manager Edward Breen, a un grande futuro.

La mobilità elettrica non è più solo una scommessa. La transizione è partita e guai a chi non cavalca la tigre. Il green, è diventato mainstream, scrive il Financial Times, è ormai impossibile presentarsi sul mercato se non come verde, digitale e responsabile.

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A Glasgow ha ragione il principe Carlo: la svolta passa dai privati | Il Foglio | Stefano Cingolani

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