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Il cammino 36, che si estende per oltre 2000 km in Europa, arriva a Roma dopo aver percorso 1044 km in Italia, partendo dal valico del San Bernardo.

Cammino per eccellenza, la Via Francigena ha rappresentato per secoli la principale direttrice tra il Nord e il Sud Europa, consentendo ai pellegrini di recarsi a Roma per visitare la tomba di Pietro e ai crociati di attraversare l’Italia per raggiungere il porto di Brindisi, da cui si partiva per la Terra Santa.

Il percorso prevedeva alcune varianti, ma per il tratto che dall’Inghilterra arriva fino a Roma è stato possibile stabilire con precisione le tappe del cammino – lungo 2312 km – grazie all’Itinerario di Sigerico, l’arcivescovo di Canterbury che nel 990, dopo essersi recato dal Papa, descrisse le tappe del suo viaggio di ritorno in un diario.

Per la sua valenza culturale e per aver contribuito a forgiare l’identità europea, il cammino è stato riconosciuto come “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”.

Dal valico del San Bernardo a Roma, la Via Francigena misura 1044 km e attraversa 6 regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria, Toscana, Lazio. Dei 145 interessati dal cammino, ben 81 sono piccoli comuni.

Valicato il San Bernardo, si scende fino a raggiungere Aosta e si prosegue passando per Donnas, cui si accede attraversando i resti – perfettamente conservati – della Via delle Gallie, strada romana voluta da Augusto per raggiungere la Gallia. L’arco di 4 metri scavato dai Romani fu utilizzato, nel Medioevo, come porta di entrata del borgo.

Si attraversa quindi il confine con il Piemonte in provincia di Torino, presso Carema e Settimo Vittone, comuni dove si producono vini DOCG come l’Erbaluce e il Carema, coltivati con il tradizionale sistema delle viti a pergola. Da qui si prosegue passando per Viverone, comune che sorge sull’omonimo lago, nelle cui acque sono stati rinvenuti i resti di un villaggio risalente al Neolitico, patrimonio UNESCO, oltre a reperti come armi e utensili dell’Età del Bronzo.

Giunti in Lombardia, si passa per Palestro (PV) proseguendo nella Lomellina e per Gambolò e Zerbolò, comuni che insistono nel Parco Regionale della Valle del Ticino.

Superato il Po presso San Rocco al Porto - chiamato così perché secondo la tradizione il Santo, ammalato di peste, attraversò il fiume in questo luogo presso un porto fluviale - si entra in Emilia-Romagna facendo tappa a Piacenza.

Si prosegue poi verso gli Appennini e, valicando il Passo della Cisa, si entra in Lunigiana da Pontremoli, che ospita, nei locali del Castello del Piagnaro, il Museo delle Statue Stele Lunigianesi, risalenti all’Età del Ferro e del Bronzo. Da qui, prima di rientrare in Toscana dal comune di Carrara, il cammino attraversa per un breve tratto la Liguria, tra Sarzana e Luni, dove si possono visitare gli scavi dell’antica colonia romana di Luna, porto fluviale e marittimo sulla foce del Magra.

Proseguendo si percorre da nord a sud la Toscana, facendo tappa, tra i vari piccoli comuni, a Montaione, uno dei “borghi più belli d’Italia”, famoso sin dal Medioevo per la lavorazione del vetro. Dopo la tappa di Siena, si entra in Val d’Orcia e si passa per Rocca, frazione di Castiglione d’Orcia, dove si può ammirare la Rocca di Tentennano, oggi adibita a spazio espositivo.

Arrivati nel Lazio, presso Bolsena, sulle rive dell’omonimo lago, si continua per Viterbo, dove si visita il Palazzo dei Papi, sede della Curia pontificia dal 1254 al 1281 e si raggiunge il comune di Mazzano Romano, entrando nel Parco Regionale di Veio, dove si trovano le rovine dell’omonima città etrusca. Infine, passando per Formello, si entra a Roma concludendo il cammino.

 


Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d'Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d'Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.

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