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Nato ad Adrano (CT) nel 1117, da una coppia che a lungo pregò affinché arrivasse un figlio, San Nicolò Politi mostrò fin da bambino una ferma fede in Dio e una particolare devozione alla Vergine Maria. Poiché proveniva da una ricca famiglia, all’età di 17 anni si vide promesso in sposo a una ragazza di pari estrazione sociale.

Volendo tuttavia vivere una vita religiosa, decise di fuggire dal suo paese la notte prima delle nozze, in seguito a un messaggio celeste che lo invitava a partire per salvare la sua anima.

I 100 km del Trekking del Santo – Cammino di San Nicolò Politi ripercorrono i luoghi dove il Santo si ritirò in preghiera, visse da eremita e compì i suoi miracoli, tra i paesi di Adrano e Alcara Li Fusi, dove nacque e morì e di cui è patrono. Un cammino breve, che parte dalle pendici dell’Etna e arriva al Parco dei Nebrodi, attraversando le aree naturalistiche più affascinanti della Sicilia. I comuni interessati dal cammino sono 5, di cui 3 al di sotto dei 5000 abitanti, tra le province di Catania e Messina.

Punto di partenza del viaggio è il paese di Adrano, fondato nel 400 a.C. da Dionigi il Vecchio per la sua strategica posizione sulla Valle del Simeto e conquistato nel 263 a.C. dai Romani. Il centro conserva numerose tracce architettoniche delle dominazioni vissute dall’isola, come il castello eretto da Ruggero I di Sicilia nel 1073, che ospita un museo sulla storia del paese dal Neolitico fino all’epoca normanna.

Lasciato il paese si sale sul vulcano, patrimonio UNESCO, nel Parco Nazionale dell’Etna, dove nonostante la progressiva urbanizzazione è conservata una grande biodiversità. Tra la fauna del Parco spiccano le volpi rosse, gli istrici e l’aquila reale, animale che secondo la tradizione guidò il viaggio del Santo.

Si arriva poi alla Grotta del Santo, un sistema di caverne e tunnel dove Nicolò si rifugiò per ben tre anni, subito dopo esser fuggito di casa. Si prosegue quindi costeggiando i pendii occidentali del vulcano fino a Bronte, paese noto per i suoi pistacchi DOP, con i quali si realizza il pesto di pistacchi, variante del famoso condimento genovese.

Lasciato l’abitato si attraversa la campagna per arrivare alla tappa dell’Abbazia di Santa Maria di Maniace, eretta nel XII secolo per volere di Margherita di Navarra, regina di Sicilia.

L’edificio è conosciuto anche come “Castello di Nelson”, perché nel 1799 Ferdinando di Borbone donò l’abbazia e i terreni circostanti al famoso ammiraglio inglese, in atto di riconoscenza per aver soppresso la rivolta della Repubblica partenopea.

Da qui in poi inizia il tratto di cammino all’interno del Parco Regionale dei Nebrodi, l’area protetta più estesa della Sicilia, tra i comuni di Maniace e Longi. In questo tratto immerso nella natura il panorama spazia tra le faggete e i boschi del parco, le isole Eolie sullo sfondo e le Rocche del Crasto, 1315 m s.l.m..

Dopo aver superato la località di Portella Gazzana, si arriva all’Eremo di San Nicolò, una piccola grotta naturale dove il Santo visse da eremita per 30 anni e dove oggi sorge una chiesa a lui dedicata. Ultima tappa del cammino è il paese di Alcara Li Fusi dove, nella piazza principale intitolata a San Nicolò, si visita la Chiesa Madre di Maria SS. Assunta, che custodisce il corpo del Santo, insieme ai suoi abiti e ai suoi paramenti. Altro edificio religioso da visitare è il monastero di Santa Maria del Rogato, dove le spoglie di San Nicolò riposarono per 336 anni conservandosi intatte.

 


Questo contributo fa parte della rubrica Cammini d'Italia, parte del rapporto Piccoli Comuni e Cammini d'Italia, realizzato da Fondazione Symbola e Fondazione IFEL.
Progetto grafico a cura di Bianco Tangerine.

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