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Estratto del capitolo “La radio, stella del nuovo mondo dell’audio” di Io sono Cultura

La radio è parte di un universo più ampio, quello dell’audio. E ha l’opportunità di rafforzare il proprio ruolo, senza snaturarsi, con modalità e usi differenti. La nuova fase che sta attraversando è stata oggetto di analisi crescenti e simultanee nell’ultimo anno. Tra i soggetti più attivi si sono manifestati la Rai e il suo Ufficio Studi attraverso un gruppo di lavoro internazionale, il gruppo RTL 102.5, Radio Mediaset e GEDI. Il fenomeno dell’audio nasce dall’innovazione e dal web, diffuso attraverso dispositivi digitali e contenuti audio di tutte le tipologie, fruibili in qualsiasi momento, gratuitamente o non.
L’ascolto asincrono della radio, oltre al suo streaming, i podcast originali di nuovi editori o di semplici esperti, gli audiolibri, le audio-clip, i servizi musicali e la musica on demand registrano una crescita del 16,7% nell’ultimo anno da smartphone, PC/Tablet e ora anche dagli smart-speaker.

In questo senso, la Rai ha messo tutta la sua forza in campo con il progetto Raiplay Sound. Sulla base del modello inglese della BBC, il portale contiene canali audio digitali e contenuti podcast completamente originali, con approfondimenti giornalistici esclusivi di politica, di cultura, di musica e di spettacolo. Una varietà ricca e differenziata, realizzata dal personale Rai e in parte anche acquisita da talenti esterni. Ma i privati non si sono fatti attendere nella risposta a Raiplay Sound.

Il gruppo RTL 102.5 ha opposto RTL Play, dotato in tutte le sue stazioni di radio-visione, un tratto distintivo della sua offerta. Ampissimo uso della funzione replay per singoli programmi e partecipazioni di ospiti speciali, i podcast sono già presenti in almeno 30 serie e in visibile crescita mensile. Il gruppo Radio Mediaset, titolare di ben 4 emittenti nazionali e prima forza commerciale del mezzo in Italia, punta invece su United Stations, un portale musicale di stazioni evolute. Si tratta di web radio editate e rese dinamiche con tipiche realizzazioni di stampo radiofonico, non semplici playlist, nate con l’idea è quella di sviluppare l’ascolto e l’esperienza dei formati musicali preferiti dai singoli utenti. Il gruppo GEDI, che detiene 3 radio nazionali e una partecipazione di minoranza in una quarta, ha concentrato invece la sua strategia nel nuovo portale One Podcast. La scelta nel mondo dell’audio è chiara: il podcast come mezzo di propagazione, in questo caso realizzato da personalità interne ed esterne alla stazione Radio Deejay, con contenuti originali e di alta qualità.

È in continuo progredire la concentrazione nel settore. La sopravvivenza dei singoli editori locali e titolari di una sola stazione è sempre più sottoposta a difficoltà, sia per aspetti economici e sia per complicazioni del quadro amministrativo richiesto alle società concessionarie.

Più che fusioni si sono verificate ulteriori acquisizioni, specie da parte dei gruppi locali già strutturati con più radio per conseguire ulteriori economie di scala e sinergie commerciali. Una tendenza in crescita. Come evidenziato nello scorso rapporto, vi è uno sviluppo dei gruppi radiofonici locali, ad esempio Spera e Klasse Uno in Veneto, Multiradio in Emilia-Romagna e Mynet in Toscana, in grado di portare la radio ad essere il fulcro degli investimenti pubblicitari locali. Ciò avviene in parte per la minor rilevanza delle televisioni in ambito territoriale, al contrario della radio, che è plurima, diurna, vitale e universale. In crescita sono le acquisizioni in concessione pubblicitaria da parte dei gruppi di mezzi e media non radiofonici.

 Continua a leggere il capitolo da p. 192 a 195 su”Io Sono Cultura 2022″, la ricerca realizzata con UnioncamereRegione Marche, in collaborazione con l’Istituto per il Credito Sportivo

 

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