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Superare la crisi, combatterne gli effetti sulle persone, le famiglie, le imprese e sfidare il futuro. E’ questa la prova che misurerà la capacità delle nostre società di rispondere alle grandi questioni della contemporaneità, a partire da quella ambientale. Compiere scelte politiche forti, che si traducano in investimenti nei settori pi£ vitali e creativi, dall’innovazione tecnologica al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili. Affrontare le sfide cogliendone anche le opportunità e le potenzialità. Ad esempio, contrastare il cambiamento climatico del pianeta vuol dire evitare che parti della Terra, già afflitte dalla povertà, diventino tanto inospitali, da alimentare ulteriori conflitti, migrazioni, paure e chiusure. Ma significa anche ridurre l’inquinamento locale e la bolletta energetica per famiglie e imprese e rendere pi£ competitiva la nostra economia. In questo contesto, il rigore che la particolare congiuntura economica impone puú essere una straordinaria occasione per rendere non solo pi£ giuste le nostre società, ma anche pi£ avanzati e competitivi i nostri sistemi produttivi. Per questo è necessario sviluppare una progettualità, come indicato anche dall’Enciclica “Caritas in veritate” di Papa Benedetto XVI, che promuova la fiducia nel futuro e il coraggio del cambiamento. E’ quello che si propone di fare oggi la green economy, un nuovo modello di sviluppo che puú essere per il XXI secolo quello che l’elettrificazione, l’automobile, le telecomunicazioni prima e la rivoluzione informatica poi sono stati per il Novecento. Una straordinaria occasione per modernizzare e rendere più competitiva anche la nostra economia che ha il suo punto di forza in un sistema produttivo fortemente specializzato e radicato nel territorio, capace di misurarsi con la green economy in tutte le sue declinazioni. Proprio all’economia “verde”, infatti, guardano il 40% delle piccole e medie imprese manifatturiere del nostro Paese per superare la crisi, come segnalato da Unioncamere nel 2009. I buoni risultati ottenuti di recente dall’Italia nelle energie rinnovabili dimostrano le potenzialità del nostro sistema industriale e l’attenzione verso questo settore da parte di molte realtà istituzionali, soprattutto a livello locale. Anche se il divario rispetto agli altri Paesi europei rimane ancora ampio, l’industria eolica italiana è molto avanzata, soprattutto per quanto riguarda i processi di gestione, manutenzione e sviluppo degli impianti, come dimostrano i circa 18 mila posti di lavoro creati negli ultimi anni. Una fitta rete di fornitori di componentistica alimenta un indotto molto qualificato e tecnologicamente all’avanguardia che si è affermato sui mercati internazionali. Il tutto grazie alle tante piccole e medie aziende che hanno saputo riconvertirsi e adattarsi alle necessità delle grandi aziende costruttrici di tecnologia.

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