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“Gli italiani sono abituati, fin dal Medioevo, a produrre,
all’ombra dei campanili, cose belle che piacciono al mondo.”
Carlo M. Cipolla

Per comprendere il significato della parola design, è utile ritornare alla radice etimologica del termine, dal latino de-signum, letteralmente “relativo al progetto”. Visto in questa ottica, il design rappresenta un modus operandi non solo legato alla risoluzione di problemi estetici, ma anche alla capacità di gestire e risolvere problemi complessi: dall’ideazione di nuovi prodotti all’individuazione di nuovi mercati, fino alla ricerca di nuovi significati. Questa accezione è particolarmente adeguata al contesto italiano. Possiamo dire che la storia del design può essere considerata come la migliore autobiografia del nostro Paese, il modo in cui fra mille anni sarà possibile ricostruire i pensieri, i bisogni, i desideri, tutte le oscillazioni del gusto che ne hanno attraversato l’evoluzione. Il design italiano è espressione di quel sapere indiziario di cui parlava Carlo Ginzburg: una parte per il tutto, in questo caso oggetti quotidiani che incorporano un valore culturale ancor prima che economico.

Proprio per la specificità di questo settore e il ruolo rilevante da esso ricoperto per il nostro Paese, Fondazione Symbola ha promosso uno studio sul mondo del design, concentrando la propria attenzione in particolare sul contributo che il settore fornisce all’economia italiana e sulla formazione dei designer. Questa dunque vuole essere una prima sintesi, senza alcuna pretesa di esaustività, per approfondire la conoscenza di un sistema produttivo complesso e in continua e positiva evoluzione. È in Italia, infatti, che possono incontrarsi compiutamente la tradizione artigianale e l’innovazione, la dimensione locale e il respiro internazionale, la qualità e la bellezza.

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