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“La fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti, deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia”. La lungimirante visione di Olivetti, l’idea che la fabbrica fosse per l’uomo e non l’uomo per la fabbrica, è ancora attuale, a 110 anni dalla fondazione di un’impresa che teneva insieme innovazione e responsabilità sociale, rispetto dei dipendenti, attenzione al territorio, cultura. Olivetti ai suoi dipendenti offriva concerti in fabbrica e allo stesso tempo garantiva salari più alti del 20% rispetto alla base contrattuale, una settimana lavorativa di 45 ore (prima azienda in Italia), l’assistenza sanitaria aziendale, tre settimane di ferie e nove mesi di maternità retribuita alle dipendenti quando la legge ne prevedeva solo due. Univa a questa attenzione all’uomo una spinta innovativa, la stessa che ha portato alla produzione del primo computer. Una visione rivoluzionaria, allora come oggi, ancora presente nel nostro Paese, dove le aziende scelgono di coniugare tante dimensioni diverse e solo apparentemente distanti (culturale, sociale, ambientale, ecc.) con la capacità di innovazione. Un esempio per gli imprenditori di oggi. Perché essere imprese coesive premia. Questo studio, promosso da Fondazione Symbola e Unioncamere in collaborazione con Aiccon, giunto alla terza edizione, ce lo dimostra: le imprese in grado di coniugare innovazione e responsabilità sociale sono più competitive.

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