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di Luca Corsolini   

Non c’è solo il Giro d’Italia.

Il torneo di Viareggio di calcio, noto anche come Coppa di Carnevale, si svolge dal 1949. È una manifestazione giovanile ma le oltre 40 squadre arrivano da tutto il mondo. I campi che ospitano le partite sono in Toscana e pure in altre regioni se necessario. Un momento significativo è quello del giuramento: un giocatore top, esempio per i suoi colleghi più giovani, apre il torneo indicando quelli che sono i valori del calcio.

L’Interamnia World Cup è un torneo di pallamano che si svolge dal ‘72 a Teramo. Anche qui, le squadre arrivano da tutto il mondo e nella storia della manifestazione ci sono stati e ci sono matrimoni tra atleti di Paesi diversi che si sono conosciuti grazie alla manifestazione. Non per niente, proprio grazie al torneo Teramo si è meritata il titolo Unicef di città aperta al mondo. E sempre attento alle novità, non contento di restare nel cuore di tutti per una cerimonia inaugurale con la sfilata delle delegazioni che assomiglia tanto, fatte le debite proporzioni, alla cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici, il comitato organizzatore quest’anno strizza l’occhiolino ai social: si parla di Interamnia 2.0.

Al Bagno 34 a Rimini arrivano per Pasqua i partecipanti al Paganello, la coppa del mondo di beach ultimate, i frisbee insomma. Non è solo uno sport, è una filosofia di vita. Le partite, ovvio, ma anche per non dire soprattutto la spiaggia, i concerti live, gli stand gastronomici. Fateci caso la prossima volta che vedete un servizio appunto a Pasqua nei tg: che sia il sole o il brutto tempo se le immagini sono dedicate a Rimini, quelli che vedete sono ragazzi che riconoscono alla città il ruolo di capitale mondiale.

L’Italia è piena di gioielli del genere. In questa rubrica ne abbiamo raccontati e oggi aggiungiamo un capitolo anche per amicizia perché Alberto Piantoni è un manager capace che per noi è primariamente una persona di quella grande famiglia che è Symbola. Oggi Piantoni si occupa della Mille Miglia, una manifestazione che lui dice “rappresenta il progresso umano, tecnologico e sociale dell’Italia”. Il problema, e anche l’opportunità è che non tutti sanno, in Italia, cosa è la 1000 Miglia, mentre personaggi come l’attore Jeremy Irons o l’Hiostorical Vehicle Association degli Stati Uniti sanno benissimo a maggio di avere un appuntamento del cuore dalle parti di Brescia.

A Brescia, dove un detto spiega molto: nelle vene dei bresciani scorre benzina invece che sangue. Una vecchia passione: ad esempio, nel 1905 si corse sul circuito di Brescia la prima edizione della Coppa Florio. Poi è arrivata la “corsa più bella del mondo”, un mix tutto italiano di leggenda, rapporti col territorio, slanci e anche frustrazioni perché la manifestazione, singolarmente legata al 7, 1927 la prima edizione, 1947 la ripresa dopo la guerra, 1977 la rievocazione che ha portato alla ripresa definitiva nel 1987, non è solo una gara motoristica. È storia, non solo interi capitoli intrecciati con la carriera di Tazio Nuvolari, ma anche futuro con Officina 1000 Miglia, un motore di idee che magari presto, prendendo spunto dal Giro e ancor più dall’evidenza sarà votato a studiare la declinazione elettrice di questa che conserva un suo fascino antico. Anche perché la sede dell’Associazione Museo della Mille Miglia ha sede nel Monastero di Santa Eufemia.

La 1000 Miglia sono auto che arrivano sulla strada del tuo paese direttamente dal futuro un tempo e adesso dall’album dei ricordi. La magia è la stessa, costruita su tante evidenze. In primis, la passione sincera dei fondatori che subirono lo smacco di vedere realizzato a Monza il circuito su cui si corre il Gran Premio d’Italia, titolo che i centotrentamila documenti conservati nel Museo al Monastero dicono avrebbe avuto tante ragioni per essere meritato da Brescia. Poi, il percorso. Come per il Giro, il bello della Mille Miglia è il percorso, è il suo essere un viaggio evocativo per chi non si muove dall’usci di casa, è il suo essere interattivo ben prima dell’arrivo di Amazon con una consegna davvero live dello spettacolo a casa del pubblico visto che negli anni sono state più di 100 le città protagoniste dell’evento. Poi è pure che nel caso della Mille Miglia è obbligato: si parte da Brescia, si arriva a Roma e poi si torna nel capoluogo lombardo. Ma quando sono cento i comuni attraverso cui sei passato è il tam tam, diciamo pure il motore gagliardo delle auto di una volta la Tua migliore promozione.

Adesso Piantoni dice di volere esportare il marchio negli Usa e in Oriente, annuncia una versione green che potrebbe riunire attorno alla 1000 Miglia tanti soggetti diversi. Intanto la prima adunata, una volta di più, sarà possibile grazie alla sfilata dei partecipanti. Si parte, quest’anno, il 16 maggio da Brescia. La prima tappa arriva a Cervia-Milano Marittima. Poi Roma e da qui il ritorno, con tappa a Parma, prima del gran finale a Brescia il 19. Sempre nel segno del viaggio: persino il nome dei Frecciarossa che hanno avvicinato l’Italia viene da qui; e chi vola spesso con Alitalia ha una tessera Millemiglia.

L’edizione 2018 finisce di sabato, in realtà per prolungarsi in una Notte Bianca dedicata che sarà il momento buono per sognare altre avventure, lo sbarco in Medio Oriente e a Singapore, e pure il superamento dei 10 milioni di ricavi grazie al culto della velocità declinato nella bellezza del paesaggio.

Luca Corsolini - Symbola

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