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di Luca Corsolini   

Venti tappe sono quasi un Giro d’Italia, e in effetti da quando siamo partiti con Made in Sport di strada ne abbiamo fatta parecchia. Abbiamo raccontato di aziende ed eventi, di storia e di storia, parlando di uno sport che la gente fatica a riconoscere perché lo sport per primo non conosce tutte le sue ricchezze.

Però sono già tracciate nuove tappe e la prima – la rubrica in realtà si prende e vi concede solo una breve vacanza – è in programma il 15 e il 16 novembre quando il Coni organizzerà gli Stati Generali dello Sport: pensiamo di aver dimostrato, senza interesse e anzi solo per passione, perché i contenuti di Made in sport hanno pieno diritto di cittadinanza in un contesto in cui si parlerà di tanti risultati, e non solo di quelli raggiunti dagli atleti in gara.

Lo sport è una risorsa importante del Paese, è un fattore reputazionale come dice il vicepresidente esecutivo di Italia Exibition Group, l’unione delle fiere di Rimini e Vicenza, Matteo Marzotto, il quale per convinzione (e non solo per convenienza) ha lanciato il primo evento del secondo semestre: il 28 e il 29 ottobre ci sarà a Vicenza ‘Move’, evento dedicato allo sport indoor che ha un collegamento diretto con Rimini Wellness. Nei giorni successivi, significativamente a cavallo di una ricorrenza come il ‘meno 100 giorni’ ai Giochi Olimpici Invernali in Corea, ci sarà poi Skipass a Modena.

Dunque si parla tanto di territorio. Di run economy, di bike economy soprattutto. Qui il Made in Italy non è solo una trincea di resistenza, è un laboratorio di creatività. Lo dimostra Bikeness, la app tutta italiana che rivaleggia con Strava nell’impegnare i cicloamatori, quale che sia il loro livello, a scegliere e condividere i percorsi più belli. Poi magari qualche amministratore capirà che un hot spot wifi su un passo non è una spesa ma un investimento fatto fruttare dagli stessi pedalatori che posteranno immediatamente la foto della loro conquista.

Non solo, visto che ormai l’equazione ‘sport = salute’ è accettata da tutti, bisogna aggiungere che nella stessa app c’eè Bikergy, ovvero il solito algoritmo che qui combina il punteggio indicativo dello stato di forma dell’atleta con il livello dell’impegno fisico richiesto da certe salite. Come a dire, improvvisatori, astenetevi.

E ancora, lo sport, che grazie ai social ha allungato i suoi tempi, e oggi è felicemente e facilmente accessibile 24 ore, è anche un metronomo per il Paese. Sapere oggi di avere scadenze vicine come i Mondiali di pallavolo l’anno prossimo e gli Europei di Calcio Under 21 nel 2019, e più lontane, ma comunque incombenti, come i Mondiali di Sci a Cortina nel 2021 e la Ryder Cup di Golf nel 2022 insegna e aiuta ad avere un metodo di lavoro meno improvvisato, suggerisce al Paese stesso come fare squadra.

Proprio un accordo con la Ryder Cup, la sfida tra Europa e Usa, che a Roma si giocherà al Marco Simone, il circolo della famiglia Biagiotti, per la realizzazione di una linea dedicata, è il trampolino su cui è già salita la Chervo. Nata nel 1982, anno benedetto e mondiale per lo sport italiano, l’azienda di Manfred e Peter Erlacher, nomi da sciatori, ma talento sartoriale, è entrata nel golf all’inizio degli anni Novanta. ‘Chic and tech’ l’impegno, Chervo Tex il tessuto che permette la miglior pratica in qualunque condizione climatica: questi i tratti distintivi di una azienda di Costernano, vicino a Verona, uno dei tanti golf district che abbiamo in Italia, gran parte dei quali vicini ai laghi, che oggi è il marchio europeo di maggior successo in mercati esigenti come il Giappone, la Cina, la Corea.

E visto che siamo sul green, e che abbiamo cominciato dicendo che questa è l’ultima tappa pre-vacanze del nostro Giro d’Italia alla ricerca di quanto è Made in Sport, possiamo chiudere con i risultati di Ride Green, ovvero della declinazione verde della corsa Rosa. Il programma è nato nel 2016, legato alla raccolta differenziata, nel 2017 non solo ha raccolto 27.000 kg di rifiuti, poi riciclati, in più rispetto all’anno passato. Ha fatto partecipare a questo campionato Comuni di ogni tipo, sedi di partenza di tappa, sedi di arrivo. In partenza Forlì ha raccolto il 90% di rifiuti differenziati, all’arrivo Canazei è arrivata fino al 93%. Le due Reggio sono salite insieme sul podio: Reggio Calabria per aver messo in campo il maggior numero di volontari, Reggio Emilia per aver favorito l’integrazione sociale attraverso volontari di una cooperativa sociale che accoglie rifugiati di guerra.

Un grande evento produce un mare di materiali: saperli gestire, dall’inizio, anche con consigli sul sampling, alla fine, differenziando i rifiuti, è uno straordinario esempio di saldatura tra il Paese e la sua gente. Abbiamo detto delle eccellenze, ma il dato globale è che l’89 per cento dei rifiuti raccolti è stato riciclato. Applausi meritati alla Cooperativa Erica e al marketing di Rcs che ha investito convintamente in questo progetto.
Insomma la corsa rosa è anche molto verde e Made in sport può salutarvi indifferentemente dai campi da golf o dalle strade del Paese, dalle piscine o dalle pedane: ce n’è per tutti i gusti e di tutti i colori.

Luca Corsolini - Symbola

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