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La riforma del copyright è rimandata. In teoria a settembre, nei fatti a data da destinarsi. Il parlamento europeo, riunito in plenaria a Strasburgo, ha respinto ieri (con 318 no, 278 si, 31 astensioni) l'avvio dei negoziati per la proposta di direttiva sui digital single market, nota più che altro per le sue misure sul diritto d'autore. Il testo verrà discusso alla prossima plenaria, ma i tempi si fanno più risicati: a maggio 2019 si torna alle urne e la proposta rischia di arenarsi su nuove modifiche, senza arrivare nemmeno a una fase di prima lettura che consentirebbe lo "slittamento" della procedura al parlamento che sarà eletto la prossima primavera.

Il respingimento è stato accolto da un boato, un segnale delle temperature (e delle frizioni) interne agli stessi gruppi politici. A eccezione del Partito popolare europeo, più sbilanciato per la riforma, la mappa delle votazioni mostra una distribuzione trasversale di sì e no all'interno di Socialdemocratici, Alde e altre formazioni.

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La riforma del copyright si arena in Parlamento - Alberto Magnani | Il Sole 24 ore

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